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The Iron Lady - La nostra recensione

Meryl Streep perfetta, ma regia confusa per il biopic su Margaret Thatcher

The Iron Lady - Meryl Streep

29.01.2012 - Autore: Adriano Ercolani, da New York
L’idea giusta in mano alla persona sbagliata: è questa la sensazione che si ha alla fine della visione di "The Iron Lady", che vede riunite la star Meryl Streep e la regista Phyllida Lloyd dopo il successo planetario di “Mamma Mia!”.

Recensione The Iron Lady, Meryl Streep interpreta Margaret Thatcher

Un biopic classico sulla vita di Margaret Thatcher, un film che ne raccontasse in maniera lineare la gioventù, l’ascesa politica, il governo e il successivo declino, sarebbe probabilmente diventato un lavoro stucchevole. L’idea di partire dai giorni nostri, di rappresentare una donna anziana, sola e affetta dai fantasmi del passato che la tormentano, era assolutamente da cavalcare. La costruzione drammatica della vicenda segue quindi i processi mentali e l’inconscio oppressivo del personaggio principale, piuttosto che metterne in scena le azioni seguendo la cronologia degli eventi: lo script di Abi Morgan – tra l’altro cosceneggiatrice di "Shame" – è costruito con intelligenza e dipinge una personalità complessa e ambigua come quella della Thatcher con discreta sensibilità. Ovviamente la partitura narrativa è agevolata dalla grande performance di Meryl Streep, attrice magnifica che non eccede mai in inutili sottolineature, anzi lavora in sottrazione riuscendo comunque ad eccellere sia nella mimica che nella forza emotiva del ruolo. Dove la storia pecca è nel lasciare troppo in disparte e non delineare con pienezza il personaggio di Denis, il marito della Margaret, che in questo modo rimane troppo macchiettistico e non viene “salvato” neppure dall prova del solitamente eccezionale Jim Broadbent.

Recensione The Iron Lady, Meryl Streep interpreta Margaret Thatcher

Il difetto maggiore di “The Iron Lady” sta però nella messa in scena, che non possiede una linea estetica precisa ma si lascia affascinare da troppe fascinazioni visive. Phyllida Lloyd cambia registro ogni volta che il film sale o scende di tensione, costruendo scene anche efficaci se prese da sole ma che non costruiscono un film coerente e compatto. L’impressione poco piacevole è che si sia messo insieme un puzzle senza sapere bene cosa si voleva trovare una volta incastrati tutti i tasselli.

Quello che rimane alla fine di “The Iron Lady” è la delusione per un film che poteva essere esplosivo ma che si perde nell’incertezza, ma anche la consapevolezza che Meryl Streep è la più grande attrice dei nostri tempi. La sua versione della Thatcher è ammirevole, equiparabile alle sue prove più riuscite di questi ultimi anni, quelle ad esempio fornite ne "Il dubbio" o "Il ladro di orchidee". E’ per lei che il film merita comunque una visione: questa è arte della recitazione.

"The Iron Lady", in uscita il 27 gennaio, è distribuito dalla BIM.

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