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The Bourne supremacy

Se "The Bourne identity " si era rivelato forse come il più originale e riuscito action-thriller degli ultimi anni, ecco che le nuove avventure della spia smemorata, interpretata dal solido Matt Damon.

The Bourne Supremacy

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Id, Usa, 2004; di Paul Greengrass; Con Matt Damon, Joan Allen, Brian Cox, Franka Potente, Karl Urban.   Dopo il folgorante esempio di „Spider-man 2“ (id., 2004) ecco un altro sequel che si pone nei confronti dell’originale non semplicemente come nuovo episodio utile per continuare il successo del precedente, ma come lucida esplorazione delle sue potenzialità estetiche ed aggiornamento dei contenuti che ne hanno decretato la fortuna. Se “The Bourne identity “(id., 2002) si era rivelato forse come il più originale e riuscito action-thriller degli ultimi anni, ecco che le nuove avventure della spia smemorata, interpretata dal solido Matt Damon, si muovono con coerenza nell’approfondire la psicologia e le motivazioni del protagonista, e nel farlo si affidano nuovamente ad una scelta registica inaspettata e perfettamente riuscita. Dopo il piccolo miracolo di eleganza compiuto in precedenza da Doug Liman, ecco che “The Bourne supremacy” afferma la sapienza e la lucidità di Paul Greengrass, cineasta che con “Bloody Sunday” (id., 2001) si era imposto al grande pubblico vincendo a Berlino. Ebbene, questo regista ha già trovato, principalmente nell’uso della macchina a spalla, una cifra stilistica precisa con cui riesce ad entrare nel vivo della vicenda e dell’azione, garantendo al tempo stesso una qualità estetica assolutamente elevata. Portare all’interno di una produzione hollywoodiana uno stile così “rischioso”, ed adattarlo alle necessità che un action richiede, si è dimostrata una sfida certamente vinta dal regista, che impone con audacia il suo credo e ne tira fuori un film vibrante, allucinato e dal ritmo intenso; ad aiutarlo senza dubbio la bella fotografia del sapiente Oliver Wood, le musiche e soprattutto l’interpretazione di un gruppo di caratteristi sempre affiatati ed efficaci. Di Matt Damon dobbiamo definitivamente, a nostro avviso, imparare ad apprezzare le fini doti di attore, anche dietro l’aspetto di sano e robusto ragazzo americano: le inquietudini e le ambiguità che è capace di lasciar trasparite in molti dei personaggi da lui interpretati sono davvero notevoli, e anche in questo caso non fa eccezione. A supporto del protagonista la valida collaborazione di una sempre elegante e bravissima Joan Allen, attrice crediamo troppo intensa e coinvolgente per continuare in ruoli da spalla; l’abbiamo vista grande protagonista di “Tempesta di ghiaccio” (Ice storm, 1997) e “The contender” (id., 2002), a quando il prossimo ruolo principale? The “Bourne supremacy” è dunque più di un semplice “secondo episodio”: è una rivisitazione di una formula riuscita ed allo stesso tempo un aggiornamento coerentemente studiato a tavolino, su cui si è deciso a ragione di rischiare. Il successo ottenuto in patria (già 170 milioni di dollari di incasso) ci fa ben sperare sul fatto che anche un prodotto di genere intelligente può affrontare il giudizio del botteghino senza dover temere la bocciatura. Speriamo che un riscontro positivo in sala avvenga anche da noi.
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