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Spider-Man: Homecoming, le prime recensioni promuovono il reboot Marvel

A parte Variety e THR, il coro è unanime nei complimenti a Tom Holland e al taglio dato alla storia.

30.06.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
"Notizia Flash: Tom Holland è il miglior Uomo Ragno cinematografico di sempre", così Rolling Stone a proposito dello Spider-Man: Homecoming di Jon Watts. Un giudizio assoluto e di un certo peso, che arriva a pochi giorni dall'uscita del film nelle nostre sale e subito dopo le prime proiezioni realizzate oltreoceano per la stampa internazionale. Ovviamente, per ora le recensioni non sono tutte di egual tenore, ma sembra emergere un generale apprezzamento per questo nuovo 'non reboot' della saga dell'arrampicamuri, a questo punto sulla via dell'integrazione nel Team Avengers e nel Marvel Cinematic Universe.

[prime foto di Tom Holland in costume dal set di Homecoming]

Ma la freschezza che il giovane interprete "trova nella famosa tuta rossa e fa emergere anche nel più duro degli spettatori" non ha convinto solo il suddetto Peter Travers, almeno a leggere Bill Goodykoontz sull'Arizona Republic ("c'è una deliziosa innocenza nel taglio dato da Watts al nuovo tessiragnatele, che mescola magie hi-tech e divertimento per famiglie vecchia maniera") o Benjamin LeeJun su The Guardian (che definisce il risultato finale "joyously entertaining"). Per non parlare del Jonathan L. Fischer di Slate che sembra ascrivere ogni merito proprio a Holland, "senza il quale il resto non funzionerebbe".

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"Potrà non raggiungere le vette dello Spider-Man 2 di Sam Raimi, ma Spider-Man: Homecoming emerge come uno dei film più forti sul personaggio, capace di garantirgli un nuovo inizio e spazio di crescita infinito", sostiene Robert Yaniz di We Got This Covered, mentre gli altri colleghi lo definiscono ora "umano", ora "dolce", ora avvicinandolo al 'Cinematic Universe' di John Hughes (Brian Truitt, USA Today) ora al fumetto (come nessun altro blockbuster, secondo Alan Scherstuhl del Village Voice).

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Più cauti il New York Times - secondo il quale non tutte le contraddizioni dell'Avvoltoio di Michael Keaton sarebbero "intenzionali" (Manohla Dargis) - o Screen International, che lo bolla come "semplicemente un solido reboot, per quanto divertente e avvincente". Sotto le aspettative o per certi versi monotono per le firme di The Wrap e The Film Stage, comunque positivi nel bilancio complessivo. A differenza di Owen Gleiberman di Variety, che lo legge soprattutto nei suoi tratti 'Young Adult', e John DeFore di The Hollywood Reporter, piuttosto perplesso sulla sceneggiatura e sulla credibilità del personaggio rispetto a quello di Andrew Garfield (pur apprezzando la performance di Holland).

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