Speciale: Noi due sconosciuti

Accetta ogni bene…

Quando Audrey Burke (Halle Berry) perde il marito Brian (David Duchovny), rimasto ucciso durante un atto di violenza, il mondo le crolla addosso. La sua vita felice al fianco dell’uomo perfetto e con due bambini a carico sembra sbriciolarsi all’istante. La donna comincia a frequentare Jerry Sunborne (Benicio Del Toro), amico d’infanzia di Brian afflitto da problemi di droga. La sua dipendenza ha distrutto tutto ciò che una volta era importante per lui. All’interno di questo strano rapporto Audrey scoprirà che Jerry è l’unica persona che può aiutarla a sopravvivere alla sua perdita e Jerry imparerà a trovare la forza per affrontare i suoi problemi.

Non siamo davanti all’ennesimo polpettone americano colmo di buoni sentimenti, e nemmeno nella tragedia dei “21 grammi”di Iñárritu. Questa volta al timone c’è Susanne Bier, regista danese autrice di alcune pellicole indimenticabili come “Non desiderare la donna d’altri” (2004) e “Dopo il matrimonio” (2006). Il tocco unico della Bier è quello di mettere in scena ogni secondo di verità e, allo stesso tempo, di far sgorgare sullo schermo un insieme di emozioni che catturano lo spettatore.

Questo è il suo primo film made in Hollywood, realizzato con l’appoggio del regista Sam Mendes (“American Beauty”; “Era mio padre”), qui produttore. Nonostante la trasferta oltreoceano, la regista danese non si è affatto allontanata dal suo stile, né tantomeno dalla messa in scena delle sue tematiche. La pellicola è un viaggio all’interno della dipendenza, quella dalle droghe e quella dall’amore. Così lontane e così vicine in materia di dolore. Protagonista è una coppia interrazziale (e si tratta del primo film di stampo hollywoodiano che non ci ricama troppo sopra). Nelle loro interpretazioni Halle Berry e Benicio Del Toro sono straordinari: la prima che ricalca un po’ il suo ruolo in “Monster’s Ball”, asciugandolo e andando più a fondo nell’esplorazione del dolore. L’altro invece è semplicemente perfetto nella sua abilità camaleontica:  a livello fisico l’attore è totalmente credibile sia quando interpreta gli stati di droga, che quando affronta le crisi d’astinenza.  Lo scopo della regista è quello di mettere in scena la dipendenza dalla droga come una perdita della propria dignità. Tutte le sequenze in cui Del Toro è in preda all’eroina sono di grandissimo impatto visivo.  Nota di merito per l’interpretazione di David Duchovny, che per una volta abbandona la freddezza del suo personaggio di “X-Files” e anche la stravaganza di quello di “Californication”. Il suo ruolo è forse quello preferito dalla Bier: l’uomo perfetto, una persona realmente buona… un personaggio che è pronto a pagarla cara…

Presentato all’ultima Festa del cinema di Roma, “Noi due sconosciuti” è una pellicola che bilancia  l’orrore delle droghe e il calore dei rapporti umani capace di sciogliere lentamente qualunque tipo di dolore. Nel descrivere il vicinato americano, la regista riesce a raccontare il lato buono che c’è in ognuno di noi, senza mai perdere credibilità o scendere a patti con i cliché di Hollywood. Se gli Studios avessero voluto fare una pellicola tradizionale di buoni sentimenti, non avrebbero chiamato la Bier al timone. La scelta di assegnare il film a questa grande regista è stata sicuramente coraggiosa.  

Si è trattata di una scommessa vinta: “Noi due sconosciuti” è certamente uno dei titoli da non perdere di questa stagione. Vi ricordiamo che il film arriverà nelle sale da giovedì 12 giugno distribuito da Teodora Film.