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Speciale Iron Man

Tutto quello che volete sapere sul supereroe e la sua tuta di ferro ultra-cibernetica. Ecco a voi le interviste esclusive con il regista e gli attori di questo nuovo blockbuster targato Marvel.

Iron Man

29.04.2008 - Autore: Pierpaolo Festa
Roma –  42 anni, un passato burrascoso e adesso la resurrezione hollywoodiana in grande stile. La fabbrica dei sogni non resiste alle seconde occasioni e, adesso che questo attore è tornato alla carica, riuscendo a sconfiggere i suoi demoni interni, gli Studios gli offrono un ruolo da supereroe. Una scommessa molto complessa e davvero rischiosa, che si è rivelata essere una delle idee più vincenti degli ultimi anni. Prima era un outsider, ora Hollywood non smette di corteggiarlo e continua ad offrirgli i ruoli giusti. C’è solo una regola: sul set, bisogna dargli la possibilità di sperimentare affinché tiri fuori il suo incredibile metodo d’attore. Signore e signori: ecco a voi Robert Downey Jr.

Signor Downey, quanto c’è di verità politica nel personaggio di Tony Stark? Un uomo che da fabbricante d’armi diventa un eroe pronto a difendere gli innocenti.
Non so perché così tante domande politiche a noi attori. Voglio rispondervi in modo più personale, non come tutte le celebrità: ho accettato questo film perché c'erano tantissime garanzie che uscisse un ottimo prodotto, a cominciare dal regista e dai miei compagni di avventura. Devo dire che mi ritengo una persona molto pacifica, ma negli ultimi cinque anni ho dovuto imparare a combattere e difendermi dopo i casini che ho combinato e dopo che molte persone mi hanno fatto davvero del male. Tony Stark cambia il suo stile di vita e la sua morale, costruendo un'armatura per proteggere gli innocenti. Nella vita indossiamo ogni giorno un'armatura per affrontare la realtà. Queste però creano dei confini e pongono dei limiti, impedendo di relazionarti davvero con gli altri. Tra l'essere vulnerabile e il non esserlo, io preferisco sempre essere una persona vulnerabile.

Ci parli un po’ di come è andata sul set.
Iron Man
è action ma c’è anche spazio per tante risate. Sono felice di questo film e mi auguro di cuore di poter tornare ad interpretare Tony Stark nei sequel. Sul set c'era un clima quasi monastico, cosa un po’ insolita per le costose produzioni hollywoodiane. Questo ci ha dato un'energia positiva: potete vederla anche adesso tra noi quattro, mentre promuoviamo il film. Siamo come una famiglia.

Lei interpreta spesso personaggi molto complessi. Quanto del suo passato burrascoso incide nella scelta dei ruoli?
Penso che basare troppo su sé stessi sia narcisismo. E' stato un bell'impegno interpretare Iron Man ma io non ho bisogno di vivere in un mondo fittizio e perché questo non avvenga basta che mi circondi di persone vere, positive. E grazie a Dio ho una bellissima famiglia con me. Mi ritengo un uomo fortunato.

Che ricordi ha del suo lavoro nei panni di Charlie Chaplin in Charlot (1992)?
Ho interpretato tanti ruoli nella mia carriera, ma quello lo venero. Impersonare Tony Stark è stato bellissimo, ma Chaplin rimane il massimo della mia carriera.

Ci parli del suo lavoro di musicista. Qualche anno fa ha inciso l’album The Futurist. Quali sono i suoi progetti adesso?
Fino a qualche settimana fa, tutti pensavano che non avrei potuto recitare in un qualsiasi film importante. E adesso che Iron Man sta per uscire, ricevo continuamente chiamate dagli Studios. Mi consideravo un outsider, ma adesso ci sono così dentro che sono diventato parte dell’establishment! (dice con tono disperato). La stessa cosa mi succede con la musica. Starbucks mi ha telefonato e mi ha chiesto se voglio incidere qualcosa per la loro casa discografica.  Io li avevo corteggiati per anni, adesso sono loro che cercano me!

La rivedremo nei panni di Tony Stark nel prossimo Hulk, cosa ci può dire di questa nuova partecipazione?
È incredibile come il mondo della Marvel riesca a collegare i loro personaggi. Ho girato una scena in “Hulk”. Forse mi vedrete per circa cinque secondi, mentre dialogo con il Generale Ross (l’attore William Hurt, N.d.R.), facendogli una battuta su quel problemuccio verde con cui l’esercito è alle prese.