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Sognare è vivere: clip esclusiva dal debutto alla regia di Natalie Portman

In sala dall'8 giugno il film tratto dall'autobiografia di Amoz Oz, “Una storia di amore e di tenebra”

Sognare è vivere

19.05.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Natalie Portman debutta alla regia di un lungometraggio con Sognare è vivere, tratto da “Una storia di amore e di tenebra”, romanzo autobiografico di uno dei più grandi scrittori contemporanei, Amos Oz. Ve ne mostriamo a seguire una clip esclusiva.

 
Il film, distribuito in Italia da Altre Storie a partire dall'8 giugno, vede la Portman nel doppio ruolo di regista e interprete ed è stato presentato fuori concorso allo scorso Festival di Cannes. La regista, nata e cresciuta a Gerusalemme, è stata affascinata e ispirata dal libro di Oz e ha raccontato: “Sin da quando ho letto il libro, avrei voluto farne un film. Il romanzo è così commovente e ben scritto. Ho sentito tante storie sui miei nonni, sulla loro passione per la cultura e per le lingue, per l’Europa e per Israele. Il libro mi era familiare ed ero molto interessata ad approfondirne i temi”.
 
Sognare è vivere è basato sui ricordi di Amos Oz, cresciuto a Gerusalemme negli anni precedenti alla nascita dello Stato di Israele con i suoi genitori: il padre Arieh, studioso e intellettuale, e la madre Fania, sognatrice e poetica. La sua è una delle tante famiglie ebree scappate dall’Europa in Palestina tra il 1930 e il 1940, per sfuggire alle persecuzioni. Il padre Arieh è cautamente ottimista nei confronti del futuro. Fania invece vuole molto di più. Dopo la paura della guerra e della fuga, la noia della quotidianità opprime il suo animo. Infelice della vita matrimoniale e intellettualmente soffocata, per rallegrare le sue giornate e divertire suo figlio Amos di dieci anni, Fania inventa storie di avventure e di viaggi nel deserto. Amos è completamente affascinato quando sua madre gli legge poesie, gli spiega le parole e la lingua in un modo che avrebbe poi influenzato la sua scrittura e la sua stessa vita. Quando l’indipendenza non porta il rinnovato senso della vita che Fania aveva sperato, la donna scivola nella solitudine e nella depressione. Incapace di aiutarla, Amos deve imparare a dirle addio prima del tempo. Mentre assiste alla nascita di una nazione, deve cominciare ad affrontare un suo personale nuovo inizio.
 
Il film ha inizio nel 1945, prima della guerra di indipendenza in Israele, quando il territorio è ancora sotto il mandato britannico. Si arriva poi al 1953, diversi anni dopo il riconoscimento dello Stato e quando Amos Oz si trasferisce in un kibbutz. “Si tratta della nascita di uno scrittore, dovuta al vuoto che sua madre ha lasciato”, aggiunge la Portman, “un vuoto che lui deve riempire con parole e storie”. E proprio alla figura complessa di Fania, madre di Amos, la Portman dedica un’intensa interpretazione, focalizzando sul rapporto con il figlio Amos una particolare attenzione da regista.
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