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Skyfall: Il cielo cade, Mr. Bond

Sam Mendes rigenera James Bond e gli scatena contro Javier Bardem, "un vero villain bondiano"

Skyfall - Daniel Craig

09.07.2012 - Autore: Marco Triolo
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Istanbul e Bond, secondo round. A quarantanove anni dal secondo film di 007, il classico “Dalla Russia con amore”, l'agente segreto nato dalla penna di Ian Fleming torna nella metropoli turca in “Skyfall”, ventitreesimo capitolo della saga cinematografica più longeva di tutti i tempi. Cinquant'anni e non li dimostra, specialmente dall'entrata in scena di Daniel Craig, sesto James Bond del grande schermo e il migliore, dopo il classico Sean Connery. E pensare che molti lo avevano odiato, quando era stato scelto dai produttori Michael G. Wilson e Barbara Broccoli. “Troppo biondo!”. E invece lui ha zittito tutti.

                 

“Ti devi dare un pizzicotto quando ti rendi conto di essere in un film di Bond – ammette l'attore – e se non ne avessi più avuto la possibilità sarebbe stato triste”. Craig naturalmente si riferisce alla debacle intorno al fallimento MGM, che ha costretto il franchise in animazione sospesa. Si temeva che la lunga attesa avrebbe spinto Craig a lasciare il ruolo, ma per fortuna non è andata così: il generale sospiro di sollievo dopo un anno di incertezza è arrivato nel dicembre 2010, quando finalmente il progetto ha avuto luce verde.

L'arma segreta di “Skyfall” ha un nome e un cognome: Sam Mendes. La scelta del regista di “American Beauty” ed “Era mio padre” (dove ha lavorato per la prima volta con Craig) da un lato rassicura i fan delusi dal precedente “Quantum of Solace”: il nuovo episodio sarà senz'altro meglio strutturato, e lavorerà di cesello sul protagonista, descritto come “una combinazione di fiacchezza, noia, depressione e difficoltà nel gestire il lavoro”. D'altra parte, Mendes non ha mai diretto prima un vero film d'azione, esattamente come Marc Forster prima di lui. Ma è chiaro che Mendes ha ambizioni ben più elevate di Forster.

Skyfall 007 Sam Mendes Daniel Craig Dench Bardem Fiennes - Daniel Craig sul set

A partire dal cast: quando ti permetti di chiamare uno come Ralph Fiennes in un ruolo di contorno – ma sarà davvero così? – vuol dire che hai intenzioni serie. Fiennes interpreta Mallory, un agente governativo con l'autorità per dettare legge sull'MI6. Si tratta di un ruolo ambiguo, che potrebbe riservare sorprese. Soprattutto perché Skyfall” sarà incentrato sul passato oscuro di M, il capo di Bond che da “Goldeneye” in poi ha sempre avuto il volto materno ma severo di Judi Dench. “Credo sia stato un colpo di genio quando hanno scritturato Judi, sette film or sono – spiega il regista – Ne è risultata una relazione molto più complessa e credo che noi la si sia spinta un po' più in là”.

E poi c'è Javier Bardem. “Sono passati anni da quando abbiamo visto un classico villain alla Bond”, rivela Mendes, suggerendo che Bardem sarà proprio questo. Per mesi si è vociferato che l'attore spagnolo avrebbe riportato in vita il principale avversario di 007, Ernst Stavro Blofeld. Non sarà così, almeno apparentemente: il nome ufficiale del personaggio è Raoul Silva, e pare che avrà una relazione molto complicata con il protagonista, esattamente come M.

Skyfall 007 Sam Mendes Daniel Craig Dench Bardem Fiennes - Judi Dench con il regista Sam Mendes

Mendes, parlando di Bond e della sua capacità di rimanere rilevante, usa il termine “rigenerazione”, piuttosto che “evoluzione”. “Io sono cresciuto con il Dottor Who, che alla fine dell'ultimo episodio si dissolve e poi arriva un nuovo attore e lui si rigenera. È un personaggio tutto nuovo, a volte è un vecchio, a volte giovane, cambia ogni volta. Ho sempre amato quest'idea”.

Skyfall” arriverà in Italia a novembre, distribuito da Warner Bros. Ma non temete: per rivedere in azione Daniel Craig dovremo aspettare molto meno. Durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra, il 27 luglio, sarà trasmesso dalla BBC il cortometraggio “The Arrival”, diretto da Danny Boyle, in cui l'iconico agente di Ian Fleming entrerà per la prima volta nel vero Buckingham Palace. Essere promossi dopo cinquant'anni di fedeltà alla Corona non ha prezzo.