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Seconda parte

Sergio Stivaletti 2

Maschera di cera

07.01.2001 - Autore: Valentina Bisti
Quanto costa produrre un effetto speciale?   E difficile quantificare. Dipende da quanta gente ci lavora, dalla quantità di tempo che si impiega, se si sta costruendo un effetto che non è mai stato realizzato. Ad esempio, per costruire una mano sofisticata, possono volerci anche diversi mesi. E proprio difficile darti una cifra precisa. Probabilmente per un dito tagliato ci aggiriamo intorno ai due milioni.   In America i costi sono più alti?   Sì, non ci sono dubbi. Ma soprattutto in America si spendono molti più soldi. Basti pensare che il 10% del budget di un film americano (che si aggira sui 20 miliardi) è destinato alla costruzione degli effetti. Un film da noi può arrivare a un budget di 1 miliardo e mezzo. Il rapporto tra Stati Uniti e Italia è suppergiù 1 a 10.   Presumo quindi che ti piacerebbe emigrare oltre oceano.   Ma, guarda, io sono felice di vivere in Italia. E chiaro che mi piacerebbe lavorare con i budget e le tecniche americane. Ma di loro invidio soprattutto una cosa: saper organizzare un film con grande anticipo e con grande rispetto per le persone che ci lavorano. In America un film non si improvvisa. Si pianifica molto tempo prima e, ogni parte che lo compone, viene studiata e progettata in ogni suo particolare. Lo storyboard viene memorizzato da tutti e quello diventa il percorso comune. Quando si arriva al momento delle riprese la troupe e tutte le altre persone sanno perfettamente come muoversi. Da noi è tutto più veloce, meno studiato. Si improvvisa sul set e poi, in fase di post-produzione, si è lasciati un po alla deriva. Invece questa è unaltra fase molto importante e che in America viene presa in grande considerazione.   In quale film hai progettato un effetto che ti ha regalato molte soddisfazioni?   Sicuramente Demoni che considero il sunto di semplicità ed efficacia animatronica. In questo film dovevo inventarmi il modo per far uscire le zanne da una bocca di donna. Così ho costruito il calco della testa dellattrice con allinterno un meccanismo che faceva uscire questi lunghi denti.   Questo è un meccanismo che può essere fatto, forse meglio, anche in digitale.   Sicuramente può essere fatto anche in digitale, e probabilmente è anche più semplice. Ma leffetto è diverso. Con il digitale puoi fare tutto ciò che vuoi sul volto dellattore ma sicuramente perdi in realismo. E anche leffetto è diverso. Insomma, quei denti erano praticamente reali, potevi toccarli. Insomma sono due tecniche diverse. È come trovarsi di fronte a un quadro di Van Gogh e a uno di Michelangelo. E comunque ogni tecnica ha il suo fascino. La stop-motion è una tecnica vecchia ma ancora non è stata superata. Penso a Nightmare before Christmas di Tim Burton: in questo film ci sono migliaia di pupazzi che si muovono uno per volta. Una fatica immensa ma il risultato è quello di un fascino antico che nessun altro effetto poteva ricreare.   Un sogno che hai realizzato e un sogno che vuoi realizzare.   Il primo sogno che ho realizzato è stato fare un film da regista, La maschera di cera. Il secondo è quello di dirigere un altro film che però abbia come protagonista unenorme creatura al centro di una storia scritta da me.   Come King Kong?   Sì, spettacolare come lui. Ma poi basta con il cinema americano. La mia storia, che ho già scritto, prende spunto dalla nostra civiltà. Si avvicina molto allEuropa che, con la sua cultura e il suo fascino, batte anche la meraviglia dei soldi americani.