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Saw

Un film con un budget basso che si vuole rifare ai grandi thriller che negli ultimi anni hanno incantato affascinato le platee americane e non solo, primi tra tutti "Seven" e "Il collezionista di ossa".

Saw - l'enigmista

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Saw, Usa, 2004; di James Wan; con Cary Elwes, Danny Glover, Monica Potter, Leigh Whannell, Dina Meyer.
Quando il giovane Adam (Leigh Whannell) si sveglia, scopre di essere incatenato in uno scantinato insieme ad dottor Lawrence Gordon (Cary Elwes); ad incatenarli è stato un pazzo psicopatico soprannominato “l’Enigmista”, che vuole costringere i due ad uccidersi a vicenda. Adam e Lawrence hanno infatti otto ore di tempo per risolvere tutti gli enigmi posti dallo spietato aguzzino e riuscire ad uccidere il proprio avversario, per avere salva la vita. Ma sulle tracce del criminale si trova il detective Tapp (Danny Glover), disposto a sacrificare tutto pur di prenderlo. Ed anche le due vittime del terribile gioco in realtà non sono ciò che sembrano.
Ideatori del soggetto e della sceneggiatura sono lo steso regista James Wan e l’attore Leigh Whannel, che nel film interpreta uno dei due protagonisti. Dopo aver trovato un budget molto ridotto, anche per essere un piccolo film indipendente, la coppia è riuscita a trasformare questo Saw in un piccolo caso al botteghino americano, dove il film ha incassato più di cinquanta milioni di dollari in poche settimane. Film che funziona abbastanza bene nelle premesse e nell’idea di base, quest’opera prima ha però l’handicap di una sceneggiatura davvero troppo schematica ed ingenua, che rovina del tutto anche le idee estetiche abbastanza efficaci della regia di Wan. I personaggi del film, dai due protagonisti al detective all’assassino, non hanno nulla di interessante, e sono involontariamente autori di battute comiche e di psicologie grossolane; l’inesperienza e la confusione dello script di Wang e Whannell alla lunga rovina del tutto l’atmosfera che lacune scene splatter erano pur riuscite a creare. Altro grosso difetto del film è la scialba interpretazione degli attori, dagli inconsistenti Cary Elwes e Monica Potter all’imbolsito Danny Glover, caratterista di razza (lo ricordate strepitoso ne Il colore viola The Color Purple, 1985, di Spielberg?) che sembra essersi perso per strada; appena meglio il giovane Whannell, ma comunque molto lontano da standard accettabili, anche per un genere come questo.
In conclusione, Saw sembra volersi rifare ai grandi thriller che negli ultimi anni hanno incantato affascinato le platee americane e non solo, primi tra tutti  Seven (id., 1995) di David Fincher e Il collezionista di ossa  (The Bone Collector, 1999) interpretato da Denzel Washington ed Angelina Jolie.
Il problema che questo piccolo film non ha né i mezzi finanziari per emulare tali pellicole – e questo alla fine si vede interamente – né una solidità narrativa adeguata ad una storia con colpi di scena e scioglimenti finale. Resta qualche buona trovata registica e l’impressione che con un adeguato lavoro di scrittura ne sarebbe potuto venire fuori un piccolo cult. Così invece ci troviamo di fronte all’ennesimo successo di marketing made in U.S.A., che riesce a vendere a chiunque anche il più trito e moralista degli spettacoli. offscreen
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