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Save the Last Dance, 15 anni di ballo contro il razzismo

L'anniversario della pellicola che ha inaugurato un genere di cinema musicale e non per forza solo leggero

Save the Last Dance

19.01.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Era il gennaio del 2001, e negli Stati Uniti, un film costato circa tredici milioni di dollari ne incassò più di novantuno mila totali al box office statunitense. Non si è trattato poi di una commedia e nemmeno di un grande action movie; piuttosto di una storia ambientata nella Chicago contemporanea e nel mondo del balletto classico e hip-hop.
 
La pellicola era Save the Last Dance, diretta da Thomas Carter e oggi, dopo quindici anni, è rimasta ancora un culto nella mente degli spettatori. Anche perché il suo successo ha dato vita a un filone musicale e coreografico che con prove successive come Step Up, ha fatto davvero breccia nel cuore del pubblico. Oggi invece, ci si chiede quale sia l’eredità che Save the Last Dance ha lasciato nella cultura cinematografica e popolare, raccontando la storia d’amore tra la ballerina classica bianca Sara (Julia Stiles), e il ballerino hip hop e ragazzo di strada Derek (Sean Patrick Thomas)?
 
La performance di Kerry Washington. La protagonista di Scandal, può vantare il proprio esordio al cinema in questa pellicola. É infatti Chenille, la sorella di Derek che ostacola la relazione tra Sara e il fratello in nome delle differenze di ceto e di pelle. Indimenticabile la sua performance sospesa tra la dolcezza di una ragazza madre e la durezza di chi sceglie di far applicare la severa legge della strada e della segregazione di classe. 
 
 
Il razzismo in un teen movie. É interessante come il film aggiunga alla componente romantica per così dire classica - due giovani adulti che provengono dallo stesso ambiente e che devono abbattere una serie di ostacoli prima di potersi innamorare - anche quella prettamente razziale. Il pregiudizio sul colore della pelle e la diversità degli ambienti di provenienza dei due protagonisti, hanno contribuito in questo modo a portare nel film nuovi argomenti di dibattito e rendere gli archi narrativi dei personaggi maggiormente credibili. 
 
Dramma e numeri musicali. La divisione tra bianchi e neri, tra benestanti e poveri, la morte di un genitore e il rapporto di una figlia con il proprio padre. Questi temi sono stati nel film affiancati a scene di ballo coreografate che liberavano un po’ lo spettatore dell’energia accumulata durante la tensione drammatica. E la colonna sonora ha anch’essa fatto scuola con i brani hip hop di artisti come Pink e Montell Jordan e sequenze di ballo dinamiche ed energetiche.