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Ricordando Giuliano Gemma, eroe del cinema italiano

Cinquant'anni di carriera tra western e cinema d'autore

Tex e il signore degli abissi - Giuliano Gemma

02.10.2013 - Autore: Marco Triolo
Morire a 75 anni per un incidente stradale è una tragica beffa, ed è quanto purtroppo accaduto a Giuliano Gemma. Un attore che ha avuto una lunga carriera e una vita piena, e che negli ultimi anni si stava godendo una meritata pensione – anche se ogni tanto tornava a lavorare, come in To Rome with Love di Woody Allen – all'insegna della sua passione per l'arte e la scultura. Purtroppo, tutto questo gli è stato strappato via in un lampo, come in un film western in cui la morte arriva improvvisa e istantanea.



Non ci sono parole per dire quanto Gemma sia stato importante nel cinema italiano. Un attore che è stato in grado di ricoprire i ruoli più vari, dal cinema di genere dei giorni più gloriosi a quello d'autore. Ha lavorato con Dino Risi (Venezia, la luna e tu, suo esordio al cinema) e con Duccio Tessari, col quale ha aperto la lunga stagione dello Spaghetti Western con Una pistola per Ringo, contemporaneo di Per un pugno di dollari. Ha simbolicamente chiuso il western all'italiana con Tex e il signore degli abissi (1985), interpretando contemporaneamente una delle icone assolute del nostro fumetto. E ha preso parte a molti peplum anni Sessanta, primo fra tutti Ben-Hur, nel quale aveva una particina da soldato romano – e “beccarlo” nel film di William Wyler è da sempre uno degli sport preferiti dai cinefili.



Il suo nome resterà naturalmente legato soprattutto ai film western: ne girò moltissimi negli anni Sessanta e Settanta. Molti dei quali con il fidato Duccio Tessari: oltre al già citato Una pistola per Ringo, il sequel Il ritorno di Ringo, Kiss Kiss... Bang Bang, I bastardi (insieme a Rita Hayworth), Vivi o preferibilmente morti. Ma ricordiamo anche lo splendido I giorni dell'ira di Tonino Valerii, accanto al grande Lee Van Cleef in uno dei film preferiti di Quentin Tarantino, I lunghi giorni della vendetta di Florestano Vancini, Il bianco, il giallo, il nero di Sergio Corbucci, ...e per tetto un cielo di stelle di Giulio Petroni. All'inizio era noto come Montgomery Wood, quando ancora gli italiani facevano finta di essere americani per meglio vendere i film. Ma anche senza quel nome d'arte, Gemma era una grande faccia da cinema, dai lineamenti cesellati che lo rendevano estremamente credibile come interprete di personaggi americani.



Gemma, però, non si è limitato ai western: ha lavorato anche con Luchino Visconti ne Il gattopardo, con Mario Monicelli in Speriamo che sia femmina, con Dario Argento in Tenebre e con Valerio Zurlini ne Il deserto dei tartari. E ha persino affiancato Bud Spencer in un film pensato per la coppia Spencer-Hill, Anche gli angeli mangiano fagioli, cui seguì Anche gli angeli tirano di destro.

Una carriera iniziata come stuntman e proseguita come un compendio di tutto il cinema che l'Italia era in grado di produrre in quegli anni, dall'alto al popolare, all'alto e popolare. Proprio come lui, Giuliano Gemma, un signore gentile e riservato, una persona “normale” che aveva guardato Charlton Heston e Rita Hayworth negli occhi e calcato i loro stessi set. Concludiamo con un banale “Ci mancherà”, ma è un sentimento che proviamo davvero in questo triste giorno, per la sua famiglia e per il cinema italiano, che perde un altro grandissimo rappresentante.