NOTIZIE

Quando Jim incontrò Mike. E fecero i robottoni 3D

Evento speciale per il primo footage di "Transformers: Dark of the Moon". Grande azione e tecnologia alla riscossa

Transformers - Dark of the Moon

08.06.2011 - Autore: Alessandro De Simone
Vedere sullo stesso palco, anche se solo in videoregistrata, James Cameron e Michael Bay fa subito venire in mente: e perché c’è quel tizio insieme a Lord Titanic? Eppure, proprio Mr. Avatar ha cercato l’incontro con il regista più coatto del mondo, convinto che se avesse dimostrato al mondo che il 3D non è una tecnologia già morta, come sembrerebbe dalle analisi di box office degli ultimi mesi, ma un reale strumento per fare del cinema una macchina da entertainment ancora incredibilmente competitiva rispetto al mondo dei videogiochi, avrebbe potuto salvare i miliardi di dollari investiti sugli occhialoni negli ultimi anni.

Michael Bay sul set di Transformers: Dark of the Moon

Il cinema di Michael Bay è in effetti il banco di prova estremo in questo senso, visto il suo iperdinamismo, il montaggio serrato e gli strettissimi tagli delle inquadrature da sempre prediletti dal regista di "Bad Boys". “Transformers: Dark of the Moon”, quindi, sembra essere più un concept movie che un semplice terzo episodio di una saga per adolescenti stracolmi di testosterone.
Il primo footage che abbiamo visto in anteprima mondiale per voi, lascia ben sperare. Si parte dalle profondità dello spazio, dove il pianeta dei Transformers è devastato da una guerra feroce, per arrivare poi sulla superficie lunare, dove si sfracella un’astronave da lì sfuggita miracolosamente, evento che non sfugge alle orecchie puntate verso il cielo della Nasa, che su ordine del presidente Kennedy organizza il programma Apollo per scoprire cosa si è schiantato sul nostro satellite.
Questi i primi cinque minuti del film, spettacolari e con una linea di sceneggiatura che non ti aspetti, e a queste prime immagini fa seguito un montaggio di una diecina di minuti di quello che tutti vogliono da Transformers, ovvero adrenalina pura, con città devastate dalla guerra tra robot e robot e umani e robot, con al centro sempre l’urlante Shia dal cognome incomprensibile, orfano di Megan Fox (più noi che lui) e costretto a ripiegare su Rosie Huntington-Whiteley, come succede d’altronde un po’ a tutti i maschi del mondo.

Ma proprio la mancanza di Dea Megan deve avere convinto Bay a spingere particolarmente sull’accelleratore, dato che quello che abbiamo visto è in realtà difficilmente descrivibile per il livello straordinario di tensione che riesce a infondere nello spettatore, sperando di far dimenticare le curve della mora californiana con devastazioni, esplosioni, combattimenti, bunjee jumping da un grattacielo e volo libero tra le macerie degli stessi inseguiti da droni assassini. Il tutto con un 3D eccelso, nativo ovviamente, dato che le conversioni sono una truffa ai danni dello spettatore, con un utilizzo della profondità di campo inverosimilmente raffinato per un regista che non fa proprio della sensibilità stilistica il suo vessillo.

Shia LaBeouf e Rosie Huntington-Whiteley in Transformers: Dark of the Moon

C’è da dire che in tutto quello che la Paramount e la Universal Italia ci hanno mostrato, la mano di James Cameron sembra esserci anche in sede operativa, tanto che sembra di tuffarsi in una versione moderna di un medley di “Terminator” e “True Lies, ma è pur verò che se l’uomo che detiene il primo e il secondo gradino del podio nella classifica del box office all time ha deciso che vuole continuare a girare film in 3D, non gli mancano mezzi e argomenti per far sì che ciò possa accadere.
Comunque, “Transformers: Dark of the Moon” sembra essere un blockbuster solido e decisamente migliore rispetto all’inguardabile secondo episodio. Certo, senza Megan...


La pellicola sarà distribuita dalla Universal Pictures a partire dal 29 giugno


Per saperne di più
Guardate il trailer del film