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Provaci ancora Woody

Ecco il puntuale appuntamento annuale con Woody Allen. Ogni personaggio, armato di bicchiere di vino, si aggira per le bellissime strade della città spagnola. E sul grande schermo arriva l'attesissimo bacio saffico tra Scarlett e Penelope.

Vicky Cristina Barcelona

16.10.2008 - Autore: Adriano Ercolani
Prima inquadratura del film: le due protagoniste escono dall’aeroporto di Barcellona con i bagagli e si dirigono verso un taxi, bellissime e già possiamo intuire così diverse. Seconda inquadratura del film: le due ragazze in taxi. Parte la voce fuoricampo. “Vicky Cristina Barcelona” muore. Per non resuscitare più.

Per chi come noi ha amato a lungo un cineasta geniale come Woody Allen, vederlo ridotto a realizzare un cinema di tale e vistosa pochezza è il peggiore dei dolori. Ancor più lo è iniziare ad adoperare un aggettivo deprimente come “patetico”, ma ormai bisogna davvero prendere piena coscienza che nel caso di Allen ci troviamo davanti ad un regista e soprattutto uno scrittore che non riesce a fare i conti con la dismissione della propria vena creativa.

Se fino a qualche anno fa egli stesso riusciva a cavarsela con una vena comica ancora funzionale ed appiccicata ad una trama di genere – “La maledizione dello scorpione di giada” (The Curse fo the Jade Scorpion, 2001) – oppure rielaborando in chiave europea trame di suoi vecchi capolavori -  “Match Point” (id., 2005) direttamente copiato da “Crimini e misfatti” (Crimes and Misdemeanors, 1989) – adesso il lavoro di Woody Allen appare definitivamente privo di contenuti e di forma. Quello che rimane sono una serie di stereotipi assolutamente indigesti, imbarazzanti, ed un uso improprio del mezzo/cinema: di questo è composto essenzialmente questo suo ultimo lungometraggio, insignificante nella trama ed addirittura estenuante perché accompagnato dalla voce off già citata, che sottolinea le immagini in maniera didascalica pesantissima. Oltretutto Allen mostra di aver sviluppato anche un certo gusto libidinoso che a dir poco sconcerta: dopo aver adoperato in maniera ossessiva il giochino del racconto, l’unico flashback che adopera è quello della scena - ahinoi - famigerata del bacio lesbico tra Scarlett Johansson e Penélope Cruz.
Ma dai!

Vicky Cristina Barcelona” sembra un lungometraggio prodotto direttamente dall’ente del turismo della città spagnola. A parte infatti le belle ”cartoline” di Barcellona piazzate in ogni momento possibile, l’opera non offre davvero nessun altro spunto di interesse estetico. A crollare insieme all’autore in questa produzione sconcertante sono anche gli attori: su tutti Scarlett Johnasson, inebetita come mai, seguita da Javier Bardem e Penélope Cruz. L’unica a salvarsi è l’astro nascente Rebecca Hall (è lei la coprotagonista del film, perché nessuna pubblicità lo ha detto?), in virtù della sua bellezza vagamente algida e di una capacità attoriale che riesce comunque a trasparire anche dietro le macerie di un personaggio così esanime.  

Woody Allen dovrebbe davvero prendersi un pausa dal continuare a sfornare pellicole in continuazione, ed iniziare a ragionare se non sia il caso di chiudere una carriera che da gloriosa si tra lentamente, con questi ultimi tragici film, trasformando in malinconica, se non peggio…