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Norton, dannatamente bravo

Date le sue grandi doti di caratterista, data la sua capacità di immedesimarsi nei ruoli che interpreta, Edward Norton è stato già paragonato a mostri sacri del cinema americano come Dustin Hoffman e Robert de Niro.

La 25 ora

12.04.2007 - Autore: Terry Marocco
Tutti abbiamo avuto un compagno di classe come lui. Bravo e odioso. Quelli che fin da piccoli pensano di essere Napoleone e tutto quello che fanno gli viene dannatamente bene. Maglioni con i buchi, ma di cachemire. Edward Norton è così, uno dannatamente intelligente, non bellissimo, ma così bravo da eclissare in un solo colpo Robert De Niro e Marlon Brando protagonisti con lui di "The score" e far impallidire un Richard Gere un po' ingrigito in "Schegge di paura". Uno di quegli uomini cui forse trovereste una scusa per non andare a prendere l'aperitivo. Per poi mangiarvi le unghia tutta la vita.   Figlio dell'intellighentia della East Coast, il nonno James Rouse era un architetto famoso per avere inventato gli shopping mall, il padre un procuratore federale sotto l'amministrazione Carter e la madre, morta di cancro, era un insegnante. Laurea in storia a Yale, vive un po' in Giappone, impara correttamente la lingua, poi si trasferisce a New York per iniziare a recitare, mantenendosi lavorando come cameriere, abitudine di tutti i ragazzi di buona famiglia.   Nel 1996 il debutto in "Schegge di paura", thriller dove è spettacolare la sua capacità di cambiar voce. Nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista. Snobba Spielberg e il suo soldato Ryan, mette su muscoli e interpreta il ruolo di un violento naziskin, in "American History X". Seconda nomination all'Oscar, stavolta come protagonista. Lavora con Woody Allen in "Tutti dicono I love you" e con Milos Forman in "Larry Flint". Sul set conosce Courtney Love, la vedova tossica e furbastra di Kurt Cobain. Staranno insieme per due anni.   Poi il film cult "Fight Club" accanto all'amico Brad Pitt, e l'anno seguente la sua prima regia con "Tentazioni d'amore". Fidanzato con Salma Hayek, l'ha aiutata a scrivere la sceneggiatura di "Frida". Nell'ultimo film di Spike Lee, "La 25a ora", dà veramente il meglio di sé, un'interpretazione alla De Niro dei bei tempi. Nell'ultima giornata da uomo libero Monty, uno spacciatore legato alla mafia russa, ripensa alla sua vita. Fragile e spietato. Elegante con barbetta e cappotto nero, è dannatamente bravo anche quando è costretto a un monologo delirante davanti allo specchio.   Concede pochissime interviste, i critici lo definiscono il migliore attore della sua generazione, intenso, difficile, dotato. Milos Forman ha dichiarato che è un caso raro tra istinto e intelligenza. Odia le sigarette e la celebrità quando gli impedisce di viaggiare tranquillamente nella metro di New York. E' facile immaginarlo vestito di scuro,compagno di classe bravo e odioso, che dall'ultimo banco osserva gli altri con un misto di snobismo e curiosità, dicendo "in culo i critici cinematografici, con le loro recensioni scopiazzate".