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Nella casa di Francois Ozon

Il regista francese racconta il suo ultimo film, un lungo dialogo sul rapporto con arte e letteratura mascherato da thriller cerebrale

Nella casa - Francois Ozon, Fabrice Luchini

18.04.2013 - Autore: Mattia Pasquini
La splendida Emanuelle Seigner è la protagonista della fantasia del regista francese e delle ossessioni del giovane protagonista, dotato e invadente. Nella casa è un gioco perverso tra Allievo e Maestro che travolge la vita di due famiglie e che riserva un finale inatteso tra i tanti possibili. Ne abbiamo parlato con Francois Ozon.

Nella casa Francois Ozon intervista - Fabrice Luchini, Emmanuelle Seigner ed Ernst Umhauer

Un film ammaliante, il tentativo di sedurre anche il pubblico con i suoi giochi intellettuali?
Più che di seduzione, parlerei di un film sulla manipolazione, mi pare un tema più evidente. Anche se è innegabile che Claude seduca Esther, lui stesso resta intrappolato nel proprio tentativo di manipolazione al fine di poter continuare la sua storia, si innamora e cade nella sua stessa trappola. Le due cose sono indubbiamente collegate, credo che ognuno di noi seduca per manipolare, per ottenere qualcosa.

E lei cosa voleva ottenere, soprattutto nello ‘scontro’ tra classico e moderno, tra arte e letteratura?
Mi interessava mostrare due visioni radicalmente opposte dell'arte, nella stessa coppia. Quella di Germaine, rigido e con un approccio molto classico alla letteratura, e della moglie, più moderna e alla ricerca di nuove forme di espressione artistica.

Una coppia che a molti ha ricordato quelle di un celebre regista di Manhattan…
Non a caso. Avevo detto io, espressamente, a Fabrice Luchini e Kristin Scott Thomas di riferirsi a Woody Allen e Diane Keaton per creare la loro coppia nel film; ma un altro riferimento importante è quello a Hitchcock e alla sua teorizzazione della idea di suspanse e del ruolo dello spettatore nel film.

Nella casa Francois Ozon intervista - Fabrice Luchini e Kristin Scott Thomas

A cosa altro ha fatto riferimento, stante che questo film viene da una commedia spagnola di Juan Mayorga, a cosa guarda quando deve creare?
Sono un vampiro! Ho bisogno di trarre ispirazione dalla realtà, da una base documentaria, per mettere in marcia il mio immaginario, che ha bisogno di essere alimentato da quel che mi circonda: un incontro, qualcosa che vedo per strada, una notizia, qualcosa che vedo entrando in una casa altrui, come accade nel film. Poi la manipolo, ma è la realtà a ispirarmi, sempre.

La realtà le suggerisce anche come concludere le sue storie?
Lascio allo spettatore il compito di scrivere la fine della storia raccontata. Qui ho sicuramente scelto di aprire il finale, perché volevo sottolineare il rapporto tra insegnante e allievo, il loro raccontarsi delle storie, le loro solitudini che hanno bisogno della finzione per poter resistere.

Il prossimo film, alla vigilia di Cannes?
Si intitola Giovane e carina, ed è già terminato. Attendiamo di sapere se sarà al Festival di Cannes. Ma sono pessimista... Non avevano accettato Potiche, né questo Nella casa, per cui non vedo perché dovrebbero selezionare questo film su una giovane diciassettenne che scopre sua sessualità, con Marine Vacth e Charlotte Rampling.

Nella casa, in uscita il 18 aprile, è distribuito in Italia da BIM.