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Morto Stalin se ne fa un altro, ecco perché la commedia è stata bandita in Russia

È la prima volta che una cosa del genere succede dalla fine dell'Unione Sovietica. E l'orgoglio nazionale potrebbe non essere il vero motivo

Morto Stalin, se ne fa un altro

25.01.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Mentre in Italia sta per uscire Sono tornato, commedia satirica e grottesca che vede il ritorno di Benito Mussolini nell'Italia di oggi – remake di Lui è tornato, analoga commedia tedesca con Hitler al posto di Mussolini – in Russia guai a toccare le figure storiche. Anche se controverse.
 
È il caso di Stalin, figura centrale (ma ovviamente non protagonista) di Morto Stalin, se ne fa un altro, la commedia di Armando Iannucci che riflette sui giorni successivi alla scomparsa del leader sovietico e sulla lotta di potere per la successione. Noi lo abbiamo incontrato e intervistato al Torino Film Festival.
 
Il film, già uscito anche in Italia, è stato ufficialmente bandito in Russia, una mossa del ministro della cultura Vladimir Medinsky che ha sollevato preoccupazioni da più parti. Si tratta, infatti, del primo atto di questo genere sin dalla caduta dell'Unione Sovietica, la decisione deliberata di non distribuire su territorio russo un film. Praticamente un atto di censura, anche se Medinsky assicura che si sia trattato solo di una presa di posizione per stabilire “confini morali”. Un film del genere non poteva essere distribuito proprio nell'anniversario della vittoria a Stalingrado (2 febbraio).
 
Da una parte, dunque, c'è l'orgoglio nazionale, inscalfibile per i russi. Soprattutto per gli ultra-nazionalisti affiliati al ministro. Pavel Pozhigailo, consulente del ministero, ha definito il film “blasfemo”: “Non dobbiamo essere una nazione di masochisti – ha detto – Questo film insulta i nostri simboli nazionali. Il trailer usa il nostro inno nazionale e mostra i nostri grandi ufficiali come... non so come altro dirlo... idioti”. Il regista Nikita Mikhalkov, amico del presidente Putin, ha detto che il film “non è professionale” e “Più che un film, è un'operazione di speculazione che non merita discussione”.
 
L'altro lato della faccenda è una questione di prestigio politico. Qualche giorno fa, il ministero ha tentato di posporre l'uscita di Paddington 2 al primo febbraio, per favorire la distribuzione di un film russo. Ma senza successo. E ora, secondo alcuni, questa mossa sarebbe un tentativo di salvare le apparenze. Lo pensa Mikhail Vinogradov, presidente della St. Petersburg Politics Foundation: “Il ministero di Medinsky voleva salvare la faccia dopo la figuraccia di Paddington 2, e dimostrare di essere ancora in partita. Stalin è la copertura”. Lo scorso novembre, in effetti, Medinsky aveva escluso che avrebbe bandito il film: “Abbiamo la libertà di espressione, qui”, aveva detto. Dunque le vere ragioni non vanno ricercate in un colpo di testa patriottico, ma in un ragionamento politico che ha portato a un voltafaccia dopo mesi.
 
“Paddington 2 ha galvanizzato il ministero e altre forze ultra-nazionaliste, portandole a una contro-reazione – ha detto il produttore Yevgeny Gindilis, membro del comitato russo per gli Oscar – Da un lato, hanno deciso di dare battaglia a un film che non hanno apprezzato. Dall'altro stanno tentando di ampliare il senso di cosa è e cosa non è permesso. Questo è stato il primo esempio di aperta censura, vietata dalla costituzione”. “La commedia Morto Stalin, se ne fa un altro è stata bandita perché, per quelli che l'hanno bandita, Stalin è ancora vivo – e questa non è una commedia”, ha scritto su Facebook lo scrittore Vladimir Voinovich.
 
E intanto l'ufficio del primo ministro Dmitrij Medvedev ha fatto sapere di disapprovare la decisione. Una fonte governativa anonima è stata citata su quotidiano Vedomosti, dove ha dichiarato che la decisione del ministero “ha minato ogni confidenza nel settore”. C'è già chi pensa che il ministero potrebbe fare un secondo voltafaccia entro breve.
 
Fonte: Independent