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Matti per il calcio

Arriva "Matti per il calcio", docu-soap in onda il 6 e 7 settembre su Raitre alle 23.20 scritta e prodotta da due giovani cineasti romani, Francesco Trento e Volfango De Biasi, quest'ultimo anche regista del documentario.

Matti per il calcio

06.09.2004 - Autore: Vanessa Bozzi
Depressione grave, bipolarismo, schizofrenia. Ma anche umanità, voglia di non farsi rinchiudere in uno stereotipo e tanto amore. Per il prossimo e per il calcio.   Ecco in sintesi “Matti per il calcio”, docu-soap in onda il 6 e 7 settembre su Raitre in seconda serata, scritta e prodotta da due giovani cineasti romani, Francesco Trento e Volfango De Biasi, quest’ultimo anche regista del documentario.   “Matti per il calcio” racconta attraverso episodi toccanti e poetici, a volte commoventi altre ironici, un’intera stagione del singolare campionato di calcio (12 partite più i playoff) promosso dal Dipartimento di Sanità Mentale di Roma.   Per i giocatori, tutti con gravi disturbi mentali e in cura con psicofarmaci, le partite settimanali del torneo e gli allenamenti rappresentato l’unica ragione di vita, la possibilità di affrancarsi dal luogo comune che vede nel malato mentale un persona da tenere ai margini della società.   Per sette mesi la troupe, armata solo di una telecamera digitale, ha seguito i ragazzi di una delle sette squadre iscritte, “Il Gabbiano”, filmando non solo le partite, ma anche gli allenamenti e i momenti camerateschi negli spogliatoi.   Un’ impresa non facile, sopratutto all’inizio. “I primi tempi abbiamo dovuto lottare contro la diffidenza degli ‘attori’ - spiega Volfango De Biasi - timorosi che venisse strumentalizzata la loro condizione di malati di mente.” Diffidenza superata grazie al dialogo, certo, ma anche e soprattutto calandosi in questa realtà. “Indossando le scarpette da calcio e giocando con loro nei campetti polverosi di periferia”, spiega De Biasi.   Il risultato raggiunto è stato un affiatamento tra attori e regista che va al di là del semplice rapporto lavorativo. “Ormai con alcuni di loro siamo rimasti amici, del resto dopo tanti mesi passati insieme è inevitabile che si creino dei legami, che ci si comprometta emotivamente.”   Curare le malattie psichiche attraverso la malattia più comune in Italia, il gioco del pallone. Ecco il progetto dello psichiatra Mauro Raffaeli, raccontato per immagini da De Biasi che vuole così stigmatizzare questa malattia ancora troppo avvolta dal pregiudizio comune.   “I malati mentali hanno le nostre stesse problematiche quotidiane, i nostri stessi sogni, gli stessi desideri. Quello che io ho voluto mostrare nel documentario e che il dottor Raffaeli fa da anni, è una reinterpretazione della malattia mentale in una situazione normale, in cui il malato non è rinchiuso in un istituto, ma sottoposto a stimoli come può essere appunto una partita di pallone. Non a caso tutti i giocatori hanno una vita, un mestiere. Come noi, insomma. E spero che questo mio lavoro sensibilizzi il pubblico.”
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