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Maschere e sangue per Venerdì 13

Combattete la superstizione con la nostra guida per passare un Venerdì 13 all’insegna del buon cinema horror

Venerdì 13

12.04.2018 - Autore: Gian Luca Pisacane (Nexta)
Verità, superstizione, in tutta Europa venerdì 13 è considerato un giorno sfortunato, in cui alcuni addirittura scelgono di non uscire di casa. Nella mitologia nordica il tredicesimo dio è Loki, un tipo ben poco raccomandabile come ci ha raccontato la Marvel in questi ultimi anni. Il venerdì sarebbe il giorno della crocifissione di Cristo, ma i riferimenti storici si perdono nel tempo. Il cinema lo celebra con le paure più nascoste, il male che si cela dietro una maschera. Ecco una guida per regalarvi qualche brivido splatter e non solo.

 
Venerdì 13. Il film più adatto per celebrare questa giornata, uno shlasher entrato nella storia con la sua violenza al limite e i toni granguignoleschi. L’originale (quello del 1980 di Cunningham) presentava anche un sottofondo moralista, che ancora oggi è lo specchio di una generazione: i giovani viziosi in campeggio verranno massacrati. È stato il primo di una lunga serie di horror adolescenziali, con il diabolico Jason Voorhes dietro la maschera da hockey (qui assente però). In totale, le sue avventure sono diventate ben dodici, con anche un crossover col temibile Freddy Krueger in Freddy vs. Jason. Naturalmente è stato un bagno di sangue.

 
Il silenzio degli innocenti. Il capolavoro di Jonathan Demme, da studiare in tutte le scuole di cinema. È un tuffo nell’inconscio, nelle perversioni della mente. Il male nasce dentro di noi, gli innocenti non esistono, tutti hanno un’anima nera da controllare. La macchina da presa s’incolla ai volti, agli occhi spiritati di Anthony Hopkins nei panni di Hannibal “The Cannibal” Lecter. Il temibile assassino nasce dai romanzi di Thomas Harris, ed era già comparso in Manhunter – Frammenti di un omicidio di Michael Mann.


 
Scream. Non vi resta che gridare davanti al killer mascherato da L’urlo di Munch. L’horror diventa uno strumento per ragionare sulla realtà, sulle sue contraddizioni, tra ironia e giochini cinefili. Chi non conosce a memoria il cinema rischia la pelle. Atto d’amore di Wes Craven verso la sua arte, che rilegge con ironia i grandi classici (da Nightmare a Halloween) e fa saltare sulla sedia. Brividi assicurati e quattro film, per non mettere mai la parola “fine” alla saga di Ghostface.


 
Non aprite quella porta. Grembiule da macellaio, motosega in mano, maschera di cuoio (o di pelle umana?), Leatherface è lo psicopatico più famoso del Texas sul grande schermo. Tobe Hooper costruisce una pietra miliare dell’horror, figlia della guerra in Vietnam e delle atmosfere malsane di Craven (L’ultima casa a sinistra). Nel primo film non c’è compiacimento nella violenza, mentre in quelli a seguire il colore rosso sarà il vero protagonista. Il monito è chiaro: non fidatevi della gente del Sud (Two Thousand Maniacs! insegna), perché i vostri peggiori incubi potrebbero diventare realtà.

 
Halloween – La notte delle streghe. Uno dei tanti film imprescindibili di John Carpenter. Ambientato nella notte di Ognissanti, è perfetto anche per chi vuole giocare con le maschere durante venerdì 13. Un horror a basso costo, mille volte imitato, che ha il pregio di essere tra i primi ad essere girato in soggettiva, con il punto di vista del “mostro” che coincide con quello dello spettatore. La bestia è dentro di noi. Angoscia claustrofobica, follia urbana: Carpenter rivoluziona il genere, sconvolge la società benpensante, e si lancia nel gotha del cinema.