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Martin Scorsese

Martin Scorsese

scorsese

13.06.2001 - Autore: Ludovica Rampoldi
Sui muri del salotto nella sua casa di Manhattan troneggia un murale del quattordicesimo secolo. Raffigura un teatro di pupi siciliani, un cavaliere che combatte con un nemico e lo infilza, lo trapassa da parte a parte e lo divide a metà. Anni fa Scorsese commentò a un giornalista di Enterteinment Weekly il fascino che questo dipinto esercitava su di lui: Nello spettacolo cè tutta questa retorica, questi inutili fiumi di discorsi. Poi, allimprovviso, tutti si picchiano! Ogni scusa è buona!   La violenza e il suo fascino al centro del suo immaginario, da quando bambino girava per i cinema di New York ma trovava sempre più pittoresco e surreale quello che avveniva per le strade. Unattrazione innata per i mondi sommersi, le nature esplosive, le vite vissute al limite, dove tutto diventa questione di vita o di morte. E il mondo che ha visto per le strade della Lower East Side, il flusso di violenza fisica, emotiva, spirituale, come appariva agli occhi di un bambino che sognava di farsi prete finché la dicotomia tra la chiesa e la strada gli parve insopportabile. Tra la strada e la chiesa Martin Scorsese scelse allora la New York University Film School, ma né luna né laltra lo abbandonarono mai. La vita di strada, le gang, il senso di colpa, la redenzione.   Alle spalle di Martin, unenergica famiglia italiana, devoti nel culto della Madonna, dei segreti della cucina e della buona creanza. Sua madre, la signora Catherine Scorsese, dopo luscita di Mean Streets, tenne a precisare a giornalisti e amici: Voglio solo che voi sappiate disse, mentre tutti si andavano a congratulare con lei che nella nostra famiglia nessuno si è mai sognato di usare un linguaggio del genere!.   Un carattere inquietante, a sentire i suoi amici, ma molto divertente e simpatico. Isabella Rossellini, che fu sua moglie, lo paragonò a David Lynch, con il quale fu sposata. Disse che che Lynch, il sanguinario visionario truculento e terrificante regista, aveva, in paragone a Scorsese, un modesto animo da impiegato.   I lati oscuri del suo carattere forgiano e alimentano i suoi personaggi allo stesso modo della strada. Del resto, per sua stessa ammissione, cè molto di autobiografico nei suoi antieroi. Parti di se stesso, frammenti sotterranei di cui preferisce non parlare e che preferisce esprimere nei suoi film. Scorsese ha dichiarato che molta gente si irriterebbe se capisse che le cose dei suoi film fanno parte di lui, della sua stessa mente. La tragica follia dei suoi personaggi è qualcosa di impercettibile, di non detto che sente comune nei recessi della sua psiche. A un giornalista francese che gli aveva domandato cosa avrebbe fatto se De Niro avesse rifiutato la parte di Cape Fear, Scorsese rispose così: Beh, lavrei interpretato io.    
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