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Maestros a la carta, il cibo al Festival Spagnolo

La cucina secondo tre grandi del cinema: Luis Buñuel, Pedro Almodóvar e Víctor Erice

Il Gazpacho<br>

16.04.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Roma e Milano non condividono molto, storicamente, ma il mese di maggio le vedra' spartirsi (o meglio, passarsi) un evento che festeggia nel 2014 la sua settima edizione, il Festival del cinema spagnolo.

Fondato e diretto da Iris Martín-Peralta e Federico Sartori sara' a Roma dall’8 al 13 (come sempre al Cinema Farnese Persol di Campo de’ Fiori, ma anche all’Apollo SpazioCinema) e a Milano dal 15 al 18 (per la prima volta, e presso i Cinema Palestrina e Beltrade).

Oltre a presentare come di consueto i migliori film della penisola nella sezione 'La Nueva Ola', aperta dal film di David Trueba trionfatore degli ultimi Goya, Vivir es fácil con los ojos cerrados, ai migliori corti d’animazione del cinema spagnolo e latinoamericano (visibili anche online sul sito di RaiMovie, media partner della manifestazione) in Cortos en-Linea, pero', ci sara' una novita ulteriore… riservata al solo pubblico romano.

All’interno della tappa romana, infatti, sarà protagonista la sezione ‘Maestros a la carta’: tre capolavori imperdibili del cinema spagnolo, nei quali i celebri maestri Luis Buñuel, Pedro Almodóvar e Víctor Erice trasformano lo spunto gastronomico in elemento simbolico e dominante della trama. In primis, Tristana, presentato a Cannes nel 1970 una delle perle di Luis Buñuel, con Fernando Rey, Franco Nero e la Deneuve nel ruolo di una orfanella sedotta dal proprio Pigmalione. Il Maestro dichiarò che “Catherine non è esattamente il mio tipo di donna, ma zoppa e truccata la trovo molto attraente!”. Il film, un compendio di ossessione erotica e gastronomica, resta tra i titoli più corrosivi e fondamentali del Maestro di Calanda.

Si passa quindi all’eleganza frenetica di  Mujeres al borde de un ataque de nervios (Donne sull’orlo di una crisi di nervi), di Pedro Almodóvar, che nel 1988 valse al grande regista la prima nomination al Premio Oscar e 5 Premi Goya tra cui Miglior Film, Miglior Attrice (Carmen Maura) e Miglior Sceneggiatura. Bagnato dal gazpacho, frullato semifreddo a base di pomodoro, peperoni, cetrioli, aglio e cipolla, qui usato in versione narcotizzante, il film è ormai considerato un classico moderno. Almodóvar al tempo dichiarò che “L’emozione sentimentale è sempre il miglior veicolo per raccontare qualunque storia. E l’allegria, ovviamente. Perché da una commedia, di qualunque tipo essa sia, deve traspirare allegria”. Una scoperta ad ogni nuova visione.

A chiudere il festival arriva El sur (Il sud), di Víctor Erice, che sarà presentato a Roma dall’attore protagonista, Omero Antonutti. Uno dei migliori film spagnoli di tutti i tempi, anno 1983, ultima collaborazione tra il regista e il più grande produttore del cinema spagnolo, Elias Querejeta, recentemente scomparso, El sur narra la relazione tra una figlia e suo padre, medico rabdomante (un indimenticabile Omero Antonutti), che ha lasciato il sud per vivere nel nord della Spagna. Pieno di momenti cult, come la scena del pasodoble dopo il pranzo a base di zuppa di pesce. Magico.