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L'inchiesta: presente e futuro dello streaming

Ogni giorno è una fonte infinita di film, serie televisive e musica sulla rete, ma è anche la minaccia numero uno per l'industria cinematografica e musicale: stiamo parlando dello streaming...

L'inchiesta: presente e futuro dello streaming

17.05.2010 - Autore: Marco Triolo
Il fenomeno dello streaming – ovvero la condivisione e la possibilità di vedere film, o ascoltare musica, in tempo reale sulla rete – ha assunto proporzioni ciclopiche e rappresenta una paura reale per le case cinematografiche e le etichette musicali. Questo perché è facile, fin troppo facile vedere film o ascoltare brani musicali in streaming su internet, e la qualità audio-video continua ad aumentare. Al punto che il luogo comune del film visto in una finestrella infima, con enormi pixel e un sonoro incomprensibile, non è assolutamente più valido.

Per farsi un’idea della semplicità del procedimento, basta digitare “film streaming Italia” in Google: sarete sommersi da decine di siti, forum e comunità dove gli utenti si scambiano link che consentono di vedere subito e senza troppe difficoltà sia archivi impressionanti di vecchie pellicole, sia le ultime novità cinematografiche e televisive. Troverete “Iron Man 2”, “Notte folle a Manhattan”, “La città verrà distrutta all’alba”, ma anche le ultimissime puntate di “Lost” e “The Big Bang Theory”. Tutto gratuito. A questo punto, viene lecito chiedersi: dove sta la fregatura?

Bene, il problema principale è che la maggior parte di questi siti, forum e compagnia bella rimanda a file che sono stati precedentemente caricati su siti di videosharing come Megavideo o Veoh. Nel caso dei siti di streaming italiani, si tratta generalmente del primo: ma Megavideo, almeno nella sua versione gratuita, contiene un blocco che impedisce di vedere più di 72 minuti di film alla volta. Dopo 72 minuti verrete infatti costretti ad attenderne 54, prima di poter riprendere la visione. Il blocco può essere naturalmente aggirato da diversi programmi creati ad hoc, che però funzionano fino al prossimo aggiornamento di Megavideo. Quest’ultimo si propone anche in una versione a pagamento, che permette non solo di vedere in streaming, ma anche di scaricare i video.

Esistono altri siti contenitore, come MovShare, che richiede semplicemente di installare Divx Player per poter vedere i film: la qualità è un po’ inferiore, ma almeno si aggira il blocco di Megavideo. Altri programmi come Filmoovie forniscono un lettore/browser, con il quale si effettuano sia la ricerca che la visione.

Siti come Streamingpot e Italia-Film rimandano a link belli e pronti, senza plug-in aggiuntivi. Altri, come Italia Streaming e Italia Film Streaming richiedono il download di plug-in di cui spesso è bene non fidarsi. Naturalmente, tutti questi siti possono essere on-line e attivi un giorno, e sparire il giorno seguente. E’ il caso di ricordare che condividere e diffondere opere protette da copyright è reato. La strada, però, è già stata battuta: lo streaming è il futuro, o almeno parte del futuro, del cinema su Internet. Se vorranno arginare il fenomeno, le varie case di distribuzione dovranno adattarvisi e tentare di renderlo legale. Con YouTube già ci si sta muovendo in questa direzione. Ma davvero gli utenti saranno disposti a pagare per vedere quello che oggi circola in maniera totalmente gratuita?