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L'imperatore dell'universo

Abbiamo incontrato Hayden Christensen a Roma per presentare "Star Wars episodio 3" che racconta come interpretare Darth Vader abbia cambiato la sua vita

Hayden Christensen

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti
Il giovane Hayden, mica il giovane Holden. Prova a fare la faccia da belloccio. Pare Stefan Edberg (l’ex tennista), ma gli riesce più di tutto una bellissima interpretazione del pesce lesso. Appare oltremodo floscio. Verrebbe da auguragli la fine dell’attore che interpretò Luke Skywalker nel ’77 (Mark Hamil – fallito come attore dopo Star Wars, riciclato dal cinema come doppiatore).

Poi  Hayden Christensen racconta di amare qualsiasi genere di musica, tranne il country e la techno. Di essere nato come sportivo da hockeista, di giocare a tennis e di essersi di recente appassionato al calcio vivendo spesso in Inghilterra. Però gli piace l’Italia e ricorda i piatti che gli cucinava la nonna napoletana. Ora sta girando “Il Decameron” nei dintorni di Firenze.

"Il bello del lavoro dell'attore sta proprio nel fatto che puoi passare da ruoli come quello di Skywalker a quello di Lorenzo nel Decameron, lontanissimi tra loro". E senza cambiare manco un’espressione, verrebbe da aggiungere. Tant’è che è giovane e bello, quindi le ragazzine vorranno più che altro sapere che “non sono al momento fidanzato, a causa dei tanti spostamenti lavorativi di questo periodo”.  

Eppure Christensen ci racconta che l'amore è la vita. “Tutte le scelte di Anakin, nel bene e nel male, dipendono dal suo amore per Amidala. Per questo ho sempre visto in lui qualcosa che mi faceva pensare ad Amleto. Il fatto che Lucas abbia dato alla vicenda una piega da tragedia shakespeariana mi sembrava naturale”.

E si addentra nelle pieghe del suo personaggio: "Per me è stato un privilegio poter interpretare un personaggio con un arco di trasformazione così ampio. Può evolversi…o devolversi, come nel caso di Anakin. Ma è comunque un bel personaggio perché mantiene sempre la consapevolezza di quello che sta facendo. Anche se è il male. Per questo il pubblico lo ama comunque. Sente che è ingabbiato in una scelta che ha dovuto fare”.

Interrogato su come ha cambiato la sua vita Star Wars, risponde con una certa enfasi: “Prima di interpretare Anakin nell’espisodio I ero appena uscito dal liceo e lavoravo in Canada in un piccolo show per la TV. Ora faccio parte della storia del cinema”. Ora, la storia del cinema può attendere. Piano ragazzino.

Meno male che la produzione l’abbia fornito di abile spalla nell’intervista romana. Se infatti Hayden attira gli occhi delle presenti, Ian McDiarmid (interprete del temibile cancelliere Palpatine) attrae a sé tutte le orecchie.

Ormai sono nel gotha dei cattivi del cinema, è l’esordio fulminante. Poi offre una lezione al ragazzo su come rispondere alla domanda “In che modo ti ha cambiato Star Wars?” “Prima facevo solo qualche film in mezzo a tanto teatro e nessuno mi conosceva. Poi mi sono ritrovato “Imperatore dell’universo”. Magari in pochi mi riconoscono, ma sono io dietro la maschera di Palpatine. Ma forse sì, dai, mi riconoscono per via del naso. Quando ho incontrato Lucas per la prima volta mi ha detto “Ehi tu, sai che hai un bel naso”. Ho capito che qualcosa bolliva in pentola. E ora mi fermano anche dopo il teatro. Vogliono l’autografo. Io però gli chiedo prima se hanno visto lo spettacolo, li interrogo sulla trama e gli chiedo di mostrarmi il biglietto. Se superano tutte queste prove, rilascio l’autografo”.

Ma la domanda che aleggia nell’aria è soprattutto un’altra. E McDiarmid la coglie al volo, da abile giocatore di volano: "Volete sapere se Bush è un Sith? Beh, Palpatine dice di volere la pace ma intanto fa la guerra, parla di democrazia mentre instaura regimi autoritari... A voi le conclusioni”.