NOTIZIE

Le Cronache di Steven l'Oscuro

Regista buonista, alla ricerca dell'happy end a ogni costo. Ma chi lo ha detto?

Steven Spielberg

08.11.2011 - Autore: Alessandro De Simone
Cliccate qui per leggere la nostra intervista esclusiva a Steven Spielberg

Sfatiamo questo mito una volta per tutte: Steven Spielberg non è il regista solare e buonista che tanta critica miope e facilona per anni si è ostinata a spacciare al pubblico. Un equivoco che viene da lontano e che ha anche un nome, più o meno: “E.T.”. Dopo la favola blockbuster, infatti, il cinema di Spielberg è sempre stato frainteso, come d’altronde era stata da quasi tutti letta nel modo sbagliato anche la storia del dolce alieno smarritosi sulla Terra, immigrato clandestino braccato dal governo federale.

Spielberg con la star di E.T. Drew Barrymore

Il nuovo migliore amico di Pierpaolo Festa è in realtà uno dei registi più politici che il cinema americano abbia mai avuto, e lo ha dimostrato sin dall’inizio della sua carriera, con il suo primo film per il grande schermo, il da molti ingiustamente dimenticato “Sugarland Express”, interpretato, non a caso, da Goldie Hawn, all’epoca già premio Oscar e dall’occhio lungo che vede in questo ragazzo un talento sterminato, ma anche una forza sovversiva che a lei, irrequieta e progressista, non dispiaceva affatto. Sugarland” è l’ultimo film della Hollywood rivoluzionaria, un omaggio al Penn di “Gangster Story” e al Sarafian di “Punto zero”, che ha come fine ultimo quello di urlare all’America “Sveglia, il vostro governo sa essere anche criminale”. Tutto questo nel 1974, quando Richard Nixon aveva portato via l’argenteria dalla Casa Bianca.



Lo squalo”, l’anno successivo, è la diretta conseguenza di ciò che il paese aveva subito: un predatore che attacca indiscriminatamente una comunità che viene salvata da un reduce della Seconda Guerra Mondiale, da uno scienziato e da un onesto rappresentante della legge. La Trinità secondo Steven. Molto importante è anche l’approccio alla solitudine in tutta la filmografia di Spielberg, la cui infanzia non fu facile, un elemento chiarissimo in “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (la fuga che si compie in cerca di un’altra dimensione esistenziale), ma anche in “Prova a prendermi” e “The Terminal”, due commedie che sfiorano l’horror, il primo per la follia autolesionista di Frank Abagnale, il secondo per la condizione parossistica del viaggiatore senza patria Tom Hanks, fantasma che si aggira in un non luogo e in un non tempo con il potere di scrutare e prevedere.

Spielberg l'oscuro

Un precog, anche lui, altra categoria di diversi destinati all’oblio e all’isolamento per poter trovare la pace, come avviene al Pinocchio di “A.I.” e al non eroe Tom Cruise ne “La guerra dei mondi”, remake dichiarato non dell’originario film di fantascienza, bensì di “Sentieri selvaggi” di John Ford. Uno dei registi simbolo dell’iconoclasta Spielberg, cineasta capace di attingere sempre con eccezionale lucidità alle fondamentali lezioni della Hollywood classica, un’epoca in cui Billy Wilder poteva parlare di mafia e capitalismo nello stesso film facendo credere che fosse la storia di due musicisti travestiti. Nessuno è perfetto, ma alcuni ci vanno molto vicino.


Vi ricordiamo che per saperne di più sul regista e su "Le avventure di Tintin: Il segreto dell'Unicorno", potete fare il pieno di informazioni, leggendo i nostri articoli, dando uno sguardo alle immagini e documentandovi con interviste e recensioni, soltanto all'interno dello speciale Nel mondo di Steven Spielberg, su Film.it. Cliccate qui per cominciare il vostro viaggio nella fantasia.