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LBJ: Woody Harrelson chiede aiuto a Bryan Cranston per interpretare il Presidente

Nessuna rivalità tra i due grandi attori per il ruolo che hanno condiviso nel giro di pochi mesi

19.09.2016 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
Woody Harrelson ha appena conquistato la critica cinematografica grazie alla sua prova in LBJ, biopic diretto da Rob Reiner che esplora la vita del presidente Lyndon B. Johnson. Il film è stato appena presentato al Toronto International Film Festival ed è attualmente alla ricerca di un distributore negli USA. 

La prova di Harrelson arriva qualche mese dopo il dramma della HBO All the Way sempre incentrato sul trentaseiesimo presidente USA che in quel film viene interpretato dalla star di Breaking Bad, Bryan Cranston.

Harrelson ha rivelato che è stato proprio l'ex Walter White a dargli dei consigli su come interpretare il ruolo di LBJ. "Lui non mi ha mai visto come un rivale - ha detto l'attore intervistato da Variety - Quello che ha mi detto è stato invece: 'Si tratta di una cosa enorme, riempiamola insieme. Bryan è stato un grande amico e mi ha aiutato nel processo di preparazione. Voleva che io facessi davvero un ottimo lavoro. La cosa bella dell'aver parlato con Bryan è stata la sua generosità, il tempo che mi ha dedicato al telefono mentre mi dava consigli e idee. E' stato enormemente gentile e di buon cuore. Io ero meravigliato, perché non so se mi sarei sentito allo stesso modo al posto suo. Mi ha dato delle dritte sul comportamento di Johnson, sul modo in cui camminava e si muoveva (...) Alcuni consigli pratici anche: mi ha infatti messo in contatto con determinate persone, come ad esempio il tizio che gestisce la biblioteca LBJ. E' così che mi sono ritrovato anche ad Austin a parlare con quelli che sono stati i veri amici del presidente". 

Harrelson ha dichiarato di non amare particolarmente l'operato del presidente Johnson ma di essere grato a Reiner per avergli offerto il ruolo: "Avevo un po' di ansia da prestazione. Perché non riesco a pensare a lui senza pensare alla guerra in Vietnam. Bisogna tener conto di questa cosa. In Vietnam alla fine sono morte 22 milioni di persone, gran parte di queste erano civili. Innocenti. Molta della responsabilità è di Nixon perché la guerra è continuata fino al 1975, ma c'entra anche LBJ".