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La rappresentazione del western

"Jesse James" è un'opera davvero notevole, addirittura impressionante, che consegna meritatamente al regista ed all'intero cast lo statuto di 'autori' di cinema

The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford

02.09.2007 - Autore: Adriano Ercolani
        Difficilmente un lungometraggio che ha avuto così tante traversie produttive, o meglio divergenze tra la produzione ed il reparto artistico, ha poi trovato un equilibrio così perfetto tra narrazione e potenza dell’immagine. Circola voce che la Warner ha costretto il regista a rimontare il film per ben due volte, fino ad arrivare alla versione che è stata presentata qui a Venezia, e che ha impreziosito notevolmente questa rassegna; risulta evidente che tutti coloro che hanno partecipato a questa avventura cinematografica lo ha fatto con la massima dedizione e convinzione nel progetto: dalla fotografia densissima ed incommensurabile di Roger Deakins alle musiche struggenti di Nick Cave, tutto partecipa alla fortuna di questa elegia western che a momenti va ben oltre un tipo di rappresentazione puramente crepuscolare. La messa in scena è costantemente permeata da un senso di fatalità quasi impalpabile, eppure fondamentale: più che del lavori degli ultimi tempi, “The Assassination of Jesse James” molto deve allo spirito revisionista degli anni ’70, in particolare ad alcune opere più rarefatte di Arthur Penn.

Andrew Dominik padroneggia con grande ispirazione un’opera che  anche nelle sue due ore e mezzo abbondanti rimane comunque sempre fluida, dolorosa, splendidamente tratteggiata nei caratteri e nelle atmosfere. Realismo e poetica personale dell’autore si fondono nel realizzare un film struggente, che merita assolutamente di essere tra i favoriti per il Leone d’Oro. Trattandosi di un lavoro che esplora – e supera – i confini del genere cinematografico per eccellenza, probabilmente questo non o favorirà presso la giuria: in tal caso potrebbero essere prese in considerazione le performance dei due protagonisti. Se Brad Pitt è sicuramente aiutato dalla statura del suo personaggio, fornendo un’interpretazione comunque efficacissima, il vero capolavoro attoriale lo ha compiuto però Casey Affleck, capace di costruire un Robert Ford le cui sfaccettature psicologiche vengono cesellate con minuzia e commovente fragilità.

   

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