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La ragazza del lago

Convince l'esordio dietro la mdp di Andrea Molaioli, ex aiuto di Moretti, che presenta nella sezione della Settimana della Critica un giallo di buona fattura

La ragazza del lago

02.09.2007 - Autore: Adriano Ercolani
   

La prima parte del film è forse quella meno riuscita, in cui Molaioli si concede troppi vezzi registici per creare l’atmosfera rarefatta ma pregnante che accompagnerà tutta la pellicola; troppi movimenti di macchina fanno sembrare questo incipit una derivazione innaturale del cinema di Paolo Sorrentino. Appena però partono le indagini sull’assassinio, ecco che la messa in scena e la narrazione diventano più equilibrate nella loro importanza, e soprattutto viene lasciato il giusto spazio alle psicologie ottimamente tratteggiate di tutti i personaggi rappresentati. “La Ragazza del lago” si trasforma allora in un lungometraggio toccante, molto ben delineato nelle atmosfere, e capace di far entrare in sintonia pubblico e storia senza ricorrere ad effetti o trovate eccessivamente meccaniche. Molaioli si muove intorno alle proprie figure con sicurezza e semplicità,  e molto è aiutato dalla fotografie e dalle musiche, che si fondono armonicamente soprattutto con la bellezza austera dei settino naturali.

    Alla fine il film resta interessante nei meccanismi della detection, e soprattutto sottile ed equilibrato nella gestione del pathos narrativo. Al resto ci pensano un cast di attori affiatato, su cui come detto svetta un Toni Servillo che, quando utilizzato secondo le sue potenzialità, dimostra ancora una volta di essere interprete di razza pura.