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La diva Julia

Il regista ungherese Istvan Szabo porta sul grande schermo un romanzo di W. Somerset Maugham e ne fa una scintillante commedia in costume, con Annette Bening e Jeremy Irons

BEING JULIA

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Nella scintillante Londra degli anni Trenta Julia Lambert (Annette Bening) domina incontrastata i palcoscenici del West End. Ma giunta alla soglia dei cinquanta l’attrice comincia ad annoiarsi. Un matrimonio stagionato, la fulgida carriera senza ombre, lo spettro della terza età sembrano chiuderla in un sepolcro di cene, kermesse e omaggi floreali. Ma un giorno arriva a Londra Tom Fennel, gagliardo e squattrinato giovanotto, che la corteggia, la lusinga, impegna l’orologio per portarla a cena e finalmente ne diventa l’amante. La storia d’amore, una volta consumato l’elisir di giovinezza, sprofonda la diva nelle umilianti ansie di un’amante attempata. Tom non è poi così dedito, giovani attrici insidiano letto e carriera, la gente mormora e Julia Lambert rischia di perdere trono e sangue freddo. Sarà il suo grande talento, il suo fascino e un diabolico piano a ricollocarla nell’unico luogo che le si addica: sul palcoscenico, sotto i riflettori.

Il regista ungherese Istvan Szabo porta sul grande schermo un romanzo di W. Somerset Maugham e ne fa una scintillante commedia in costume, tutta concentrata sulle meraviglie e le indecenze degli animali da palcoscenico. Spiamo in questo film le vite dietro al telone rosso: la corsa ai riflettori, i tic del camerino, gli amanti nell’armadio, le fogge radiose dei costumi. Non c’è molto altro in questo film, se non l’eterno dramma della diva che conta i suoi anni e deve accettarli.

La trama non brilla per intuizioni geniali, non regala grandi risate né tantomeno profonde riflessioni, ma vale la pena di arrivare agli ultimi dieci minuti per godersi l’esilarante spettacolo di Julia Lambert che scatena la sua furia sul palco, animata da una grandiosa Annette Bening, che per la sua interpretazione si è guadagnata un Golden Globe e una nomination all’Oscar. Peccato che il cavernoso doppiaggio di Mariangela Melato sia del tutto fuori luogo.

Meraviglioso come sempre Jeremy Irons nelle vesti del marito di Julia. Degna di nota è anche la giovane canadese Sheila McCarthey, nelle vesti della svenevole attricetta Grace Dexter.