James Franco è ormai un ospite fisso alla Mostra del Cinema di Venezia, dove spesso i suoi lavori da regista vengono selezionati e presentati in anteprima. L’ultimo, quest’anno, è In Dubious Battle, tratto da “La battaglia” di John Steinbeck e presentato nella sezione “Cinema nel giardino”. Il film, interpretato da Franco stesso, oltre che da Bryan Cranston, Ed Harris, Selena Gomez, Roberto Duvall, Josh Hutcherson, Vincent D’Onofrio e Ashley Greene, racconta come il libro lo sciopero di un gruppo di lavoratori dei campi di mele della California anni ’30.
“L’ambientazione è simile a quella di Uomini e topi, che avevo interpretato a teatro. Eppure In Dubious Battle si presta meglio al cinema perché c’è un conflitto centrale che, una volta scatenato, non si ferma più”, spiega il regista. “Abbiamo fatto il film cercando di essere fedeli allo spirito di Steinbeck, di parlare come lui dell’Uomo in conflitto con se stesso, ma certamente ci sono molti paralleli con l’attualità. Penso che finché ci sarà una minoranza di persone a detenere la maggioranza delle ricchezze, ci sarà bisogno di storie così”.
Franco ha anche riflettuto sulla sua maturazione come autore in parallelo al moltiplicarsi dei personaggi nei suoi film: “Ho portato qui a Venezia Sal, il mio film su Sal Mineo, e Child of God. In entrambi c‘era un solo personaggio. Poi ho fatto As I Lay Dying, dove di personaggi ce n’erano sei, e poi ancora The Sound and the Fury, dove ce n’erano un po’ di più. Qui ce ne sono un miliardo! Gli scioperanti sono una parte integrante del film, non solo comparse che camminano sullo sfondo, e quindi ogni volta che giravo una scena mi pareva di dirigere cento persone. È stato stressante, ma d’altro canto in una situazione così si crea una forte devozione per il film da parte di tutti quanti, la situazione ideale per fare cinema”.
In Dubious Battle sarà distribuito in Italia da Ambi Pictures.
Come ogni anno, Film.it è in prima linea alla Mostra del Cinema di Venezia. Seguite qui il nostro speciale.
“L’ambientazione è simile a quella di Uomini e topi, che avevo interpretato a teatro. Eppure In Dubious Battle si presta meglio al cinema perché c’è un conflitto centrale che, una volta scatenato, non si ferma più”, spiega il regista. “Abbiamo fatto il film cercando di essere fedeli allo spirito di Steinbeck, di parlare come lui dell’Uomo in conflitto con se stesso, ma certamente ci sono molti paralleli con l’attualità. Penso che finché ci sarà una minoranza di persone a detenere la maggioranza delle ricchezze, ci sarà bisogno di storie così”.
Franco ha anche riflettuto sulla sua maturazione come autore in parallelo al moltiplicarsi dei personaggi nei suoi film: “Ho portato qui a Venezia Sal, il mio film su Sal Mineo, e Child of God. In entrambi c‘era un solo personaggio. Poi ho fatto As I Lay Dying, dove di personaggi ce n’erano sei, e poi ancora The Sound and the Fury, dove ce n’erano un po’ di più. Qui ce ne sono un miliardo! Gli scioperanti sono una parte integrante del film, non solo comparse che camminano sullo sfondo, e quindi ogni volta che giravo una scena mi pareva di dirigere cento persone. È stato stressante, ma d’altro canto in una situazione così si crea una forte devozione per il film da parte di tutti quanti, la situazione ideale per fare cinema”.
In Dubious Battle sarà distribuito in Italia da Ambi Pictures.
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