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James Cameron si scaglia contro Wonder Woman: "E' un passo indietro per le donne”

Il regista di Avatar ha scatenato forti reazioni per una dichiarazione rilasciata sul film di Patty Jenkins, la cui risposta non si è fatta attendere

Wonder Woman

25.08.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
James Cameron ha scatenato una serie di reazioni online in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate nel corso di un'intervista pubblicata da The Guardian, a proposito di Wonder Woman. Il regista di Avatar e Titanic, impegnato nella promozione dell'uscita 3D di Terminator 2, ha definito il film di Patty Jenkins “un passo indietro” nella rappresentazione delle donne al cinema. La regista gli ha risposto poco dopo.
 
“Tutte le pacche sulle spalle auto-celebrative che Hollywood si sta dando riguardo Wonder Woman sono fuori luogo. È un'icona oggettificata, è la Hollywood maschile che fa sempre la stessa vecchia cosa! Non sto dicendo che non mi sia piaciuto il film ma, per me, è un passo indietro. Sarah Connor non era un'icona di bellezza. Era forte, problematica, era una madre terribile e si è guadagnata il rispetto del pubblico solo grazie alla sua grinta”.
 
La risposta di Patty Jenkins non è tardata e, francamente, è perfetta: “L'incapacità di James Cameron di capire cosa sia Wonder Woman, o cosa rappresenti, per le donne di tutto il mondo non sorprende, poiché, anche se è un grande regista, non è una donna. Le donne forti sono straordinarie. Il suo elogio del mio film Monster e del nostro ritratto di una donna forte anche se problematica è molto apprezzato. Ma se le donne devono essere sempre difficili, dure e problematiche e non possiamo essere libere di essere multidimensionali o celebrare un'icona delle donne di tutto il mondo perché è attraente e amorevole, allora non abbiamo fatto grandi progressi, no? Sono convinta che le donne possano e debbano essere TUTTO quello che i protagonisti maschili possono essere. Non c'è un tipo giusto o sbagliato di donna forte. E l'enorme pubblico femminile che ha reso il film un successo è certamente in grado di scegliere le proprie icone di progresso”.
 
Wonder Woman ha attualmente superato gli 800 milioni di dollari nel mondo e si è affermato come il maggiore successo di critica di casa DC Comics. Chiaramente, non solo il pubblico femminile lo ha premiato. Ma la Jenkins ha perfettamente ragione e a Cameron sfugge un dettaglio importante: non è necessario che una donna rinunci alla propria femminilità per essere un'icona della parità gender. Lo aveva già dimostrato ampiamente la Ripley di Sigourney Weaver in Alien. Un personaggio che, in effetti, lui stesso aveva molto mascolinizzato nel suo sequel Aliens.