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Ischia Film Festival 2017: i vincitori della 15esima edizione e i film da tenere d'occhio 

Trionfano Immortality e Indivisibili di Edoardo De Angelis; il meglio della rassegna visto da noi 

Indivisibili di Edoardo De Angelis 

Indivisibili di Edoardo De Angelis 

02.07.2017 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Nelle pieghe dell'estate, nello spegnersi di una stagione cinematografica che invece si dimostra più viva che mai perché proprio grazie ai festival estivi porta in giro i suoi lavori più amati e spesso per ragioni varie anche quelli meno 'visti', si è conclusa la quindicesima edizione dell'Ischia Film Festival. Vincitori e vinti non danno in totale la dimensione di ciò che abbiamo visto durante la rassegna campana. 

Ecco quindi tutti i premiati ufficiali e il meglio della rassegna visto da noi. 

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La Giuria Internazionale, composta dal cineasta polacco Krzysztof Zanussi, dal regista e sceneggiatore Miguel Barros e dalla produttrice Dagmar Jacobsen, ha così deliberato:
 
Ischia Film Award al miglior lungometraggio 
Immortality di Mehdi Fard Ghaderi, un affresco dell'Iran moderno. 
 
Premio Castello Aragonese alla migliore regia  
Alessandro Aronadio per il film Orecchie, visto il bilanciamento tra umorismo e immaginazione. 
 
Premio Epomeo alla fotografia cinematografica 
Rocco Marra e Roberta Allegrini  per il film Caina, una favola dark che si interroga su razzismo e xenofobia cercando il registro della surrealtà più nera. 
 
Premio Aenaria alla migliore scenografia 
George Thomson per il film Le dont reve on n'existe pas 
 
Ischia Film Award al miglior cortometraggio 
Selfie di David M. Lorenz, un piccolo prodotto che indaga il divario tra apparenza e realtà nel mondo dei social. 

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Menzione speciale a:
Il silenzio di Farnoosh Samedi e Ali Asgari
The transfer di Michael grudsky
 
La Giuria Italiana, composta dal critico cinematografico Gianni Canova, dal giornalista Franco Dassisti e dalla costumista Daniela Ciancio, ha così deliberato:
 
Ischia Film Award al miglior documentario 
Unwanted Heritage di Irena Skoric
 
Menzione speciale a:
Un altro me di Claudio Casazza, documentario che racconta la rieducazione dei sex abuser nel carcere di Bollate. 
 
BAYER Award Location Negata 
The Invisible City di Lieven Corthouts
 
Menzione speciale a:
Marco D’Amore per l’interpretazione del cortometraggio Uomo in mare di Emanuele Palamara
 
Premio Augustus Color
Mary Mother di Sadam Wahidi 
 
IIF Audience Award
Indivisibili di Edoardo De Angelis
Il film dell'autore campano vince con una media di pubblico dell’Ischia Film Festival di 4,7 su 5.

Cosa vi siete persi:

Cortometraggi in Concorso. 



Buffet di Alessandro D'Ambrosi e Santa De Santis. Un ricco quanto limitato buffet e la lotta strenua per godere dell'ultimo appetizer, sono la metafora di una tensione sociale che in Italia ha raggiunto i livelli di una guerra senza quartiere e di una mostrificazione della quale non ci rendiamo forse realmente conto. Intendiamoci, nella corsa al buffet succulento nessuno è disposto a tendere la mano a chi resta indietro in un cinico trionfo dell'edonismo più puro. Il corto dei due registi italiani condensa quindi in 15 minuti di puro delirio emotivo e di umorismo, tutto il terribile senso di grottesco che regola le relazioni personali nell'Italia della rottamazione e della rottura di ogni patto sociale. Gli autori riescono così a parlare del Paese Reale utilizzando con naturalezza tutti i propri riferimenti cinematografici, dall'horror, al fantasy, allo steampunk, e prestandoli ad un pubblico anche di non esperti in una realizzazione raffinata e inevitabilmente anche disturbante. Il corto, con la fotografia di Daniele Ciprì, è stato già premiato al Cortinametraggio 2017, nella sezione Corti comedy. 

Amira di Luca Lepone. Nel delirio quotidiano dei nostri impegni spesso incontriamo l'esperienza dell'Altro solo di fretta e governati dai pregiudizi sull'etnia e sulla provenienza geografica che pesano sui molti volti stranieri che abitano le nostre città. Amira di Luca Lepone va oltre quello sguardo frettoloso, viziato, e racconta ciò che lega una donna mediorientale al suo paese, ai suoi affetti, alla sua terra e ad una felicità basata su tante piccole cose. Il corto è stato scritto insieme a Paola Randi e ha vinto il premio MigrArti alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia. 

The Driving Seat di Phil Lowe. Una Bridget Jones sposata al suo Mr Darcy in una situazione dove entrambi, passati diversi anni dal loro matrimonio, si chiedono cosa fare per renderlo ancora vivo dal punto di vista sessuale. C'entreranno una macchina, un sabato mattina e soprattutto l'ironia di trattare il tema del sesso matrimoniale da un'angolazione fresca e spregiudicata. Tipica ironia british che senza troppi fronzoli ride delle fragilità di ognuno di noi. 
 
Documentari in Concorso. 

Un altro me di Claudio Casazza. Un anno nel carcere di Bollate all'interno del programma di rieducazione dei sex offender, primo esperimento in Italia a contrasto delle recidive penali per gli uomini abusanti. Chi sono i sex offender? Qual è il ruolo del carcere nel loro percorso di pena? Quali retaggi culturali hanno reso possibile lo scatenarsi della violenza? Il regista lombardo entra in un universo oscuro senza tabù costruendo un lavoro dal forte valore sociale che rende necessario un coraggio fuori dal comune per immortalare il lato oscuro dell'umano e della società contemporanea.  

Lungometraggi in Concorso.

Urvi di  B.S. Pradeep Varma. Un crime molto crudo che tocca il tema della condizione femminile in India tra sfruttamento sessuale e violenza, tenendosi lontano dal cinema indiano che conosciamo in Bollywood style. Tre donne si ribelleranno ai soprusi e alla schiavitù sessuale, armi in mano, trasformandosi in vendicative assassine. Il film, presentato a Ischia in anteprima italiana, è un buon tentativo di stravolgere il genere da una prospettiva inedita.