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Il gabinetto del dotto Caligari: il classico del muto torna al cinema

Uno dei capolavori del cinema espressionista al cinema per un giorno, in versione restaurata. Vi raccontiamo il suo concepimento

Il gabinetto del dottor Caligari

15.02.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Una delle pietre miliari della settima arte torna oggi al cinema: Il gabinetto del dottor Caligari sarà distribuito nelle sale solo per un giorno dalla Cineteca di Bologna ed è uno spettacolo da ammirare sul grande schermo oggi come 94 anni fa, nel 1920, quando vide la luce.



Quasi un secolo è passato da quando Carl Mayer e Hans Janowitz, gli sceneggiatori del film, concepirono una storia che, consciamente o forse inconsciamente, raccontava la loro disillusione nei confronti dell'autorità dovuta a una terribile esperienza nell'esercito tedesco durante la Prima Guerra Mondiale. Al centro delle vicende c'è infatti l'insana ricerca del potere di un uomo, il Dottor Caligari (Werner Krauss), un ipnotista che induce un sonnambulo, Cesare (Conrad Veidt) a commettere una serie di omicidi in un paesino di provincia. In realtà, Caligari è il direttore di un manicomio e Cesare uno dei suoi pazienti. L'uomo è ossessionato da un mistico italiano dell'Undicesimo Secolo, Caligari, che aveva usato un sonnambulo per commettere delitti in alcune città del Nord Italia.

Il gabinetto del dottor Caligari fu diretto dall'esordiente Robert Wiene, che sostituì Fritz Lang, regista inizialmente designato, il quale ebbe comunque una discreta influenza sul risultato finale. Il film è oggi considerato uno dei capolavori del cinema espressionista tedesco, in cui scenografie fortemente stilizzate e oniriche si sposavano a set dalle architetture impossibili e dagli angoli innaturali per creare una sensazione di inquietudine, trasformando il film in una fiaba oscura. Nacque così l'antesignano del genere horror, un'opera cupa e allo stesso tempo lungimirante, se dobbiamo dare retta a una celebre lettura fatta da Siegfried Kracauer nel suo libro “Dal Gabinetto del dottor Caligari a Hitler”.



Stando a Kracauer, infatti, la figura di Caligari sarebbe una metafora dei tiranni che per molto tempo avevano schiacciato il popolo tedesco, mentre il suo sottoposto Cesare rappresentava l'uomo comune, incapace di ribellarsi all'autorità anche quando questa lo costringe a uccidere. Un sintomo, secondo il critico, di un bisogno inconscio condiviso da tutto il popolo tedesco: quello di un tiranno, che avrebbe preso sostanza nell'ascesa di Hitler e del partito nazista pochi anni dopo. Una lettura certamente un po' forzata, eppure è innegabile che getti una luce sulle frustrazioni tedesche nel periodo di Weimar. Il finale presenta un colpo di scena onirico, voluto dal produttore Erich Pommer e suggerito dallo stesso Lang, che ribalta un po' queste premesse, confondendo le acque. Nonostante ciò il film fu proibito dal regime nazista e Carl Mayer e Conrad Veidt, oppositori del regime, furono costretti a lasciare la Germania. Krauss, da parte sua, ne divenne invece un accanito sostenitore e fu infine perdonato negli anni '40.

Indipendentemente dalle letture che se ne possono fare a posteriori, Il gabinetto del dottor Caligari resta un'esperienza cinematografica indimenticabile e il restauro eseguito dalla Cineteca di Bologna permette di godere pienamente del grande lavoro scenografico fatto da Hermann Warm, Walter Reimann e Walter Röhrig. In epoca di green screen, è importante ricordare come un tempo tutto andasse dipinto e costruito a mano da grandi artisti che erano anche straordinari artigiani.

Il gabinetto del dottor Caligari sarà nei cinema solo oggi, 15 febbraio, distribuito dalla Cineteca di Bologna.