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Il Coming Out di Tessa Thompson, la Valchiria di Thor: Ragnarok

È la stessa interprete della guerriera asgardiana a rivelare la sua bisessualità su twitter.

24.10.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Il momento della verità è giunto, e presto il boxoffice darà il suo responso sui meriti del Thor: Ragnarok tanto esaltato dalla critica statunitense, ma che ci ha lasciato più di una perplessità. Il film del neozelandese Taika Waititi, però, può già vantare un record importante, quello della presenza del primo personaggio apertamente LGBTQI della storia dei Marvel Studios e dei film da loro prodotti: quello di Valkyrie, o Valchiria, interpretato da Tessa Thompson.

È stata proprio l'attrice - sempre più lanciata dopo le apparizioni in Selma, Creed e il televisivo Westworld (atteso dalla seconda stagione) - a dichiararlo, con un tweet partito dal proprio account @TessaThompson_x il 21 ottobre scorso: "She’s bi. And yes, she cares very little about what men think of her. What a joy to play!" ("È bisessuale. E sì, le importa davvero poco di quel che gli uomini pensano di lei. Che gioia interpretarla") ha scritto in risposta a un fan in un thread dedicato all'eroina. Per poi aggiungere: "YES! Val is Bi in the comics & I was faithful to that in her depiction. But her sexuality isn’t explicitly addressed in Thor: Ragnarok" ("SI'! Val è bisessuale nei fumetti e io son stata fedele a questo nel rappresentarla. Ma la sua sessualità non è indicata esplicitamente in Thor: Ragnarok").

Di sicuro non c'è una grande tradizione in questo senso nell'intera Hollywood, anche se di recente si è parlato molto degli esempi dati dai Power Rangers o dall'ultimo La Bella e la Bestia. Ma è pur vero che sullo schermo questa caratterizzazione non emerge, sicuramente sopraffatta dall'azione (alla quale Valchiria contribuisce grandemente, per altro), a meno di non considerare come 'indizio' la scena in cui ricorda l'assalto delle sue 'sorelle' a Hela. Ma in fondo, se davvero non è importante sapere l'orientamento della nostra donna-guerriera (anche se resta il sospetto che si sia sfruttato comunque un cliché per dimostrare la propria 'apertura'), fa piacere che se ne possa parlare senza che questo debba suscitare alcun tipo di reazione particolare.