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I nuovi Vampiri

Sarebbe interessante sapere quanti amanti dell'horror sono pienamente soddisfatti delle evoluzioni che molte delle figure più specifiche di questo genere hanno avuto in questi anni.

30 Giorni di Buio

30.01.2008 - Autore: Adriano Ercolani
E’ abbastanza naturale osservare che tutti i generi cinematografici si evolvono col passare degli anni. Sarebbe però interessante sapere quanti amanti dell’horror sono pienamente soddisfatti delle evoluzioni (termine esatto?) che molte delle figure più specifiche di questo genere hanno avuto in questi ultimi anni. Se già gli zombi hanno preso a correre e si siano trasformati in perfette macchine da guerra di massa, certo non meglio sta messa oggi la figura mitica del vampiro.
Insomma, l’affascinante e terrificante visione classica del “non morto” assetato di sangue sembra ormai definitivamente tramontata, in favore di un essere decisamente più animalesco ed irrazionale, forse più potente ma molto meno capace di sedimentarsi nell’immaginario cinematografico.

E’ così i vari, inimitabili Bela Lugosi e Christopher Lee rimarranno insuperati Dracula, col loro mantello avvolgente ed i canini pronti a concupire fanciulle indifese. Questa visione se vogliamo romantica della figura del vampiro è riuscita – con non pochi sforzi, bisogna ammetterlo – a protrarsi fino alla metà degli anni ’90, quando due pellicole di notevole valore estetico ne hanno decretato in un certo senso la gloriosa fine. Stiamo parlando ovviamente di “Bram Stoker’s Dracula” (id., 1992) di Francis Ford Coppola ed “Intervista col vampiro” (Interview with the Vampire, 1994) di Neil Jordan.
Se il primo spingeva a tavoletta sull’acceleratore del mezzo/cinema e trasformava il suo lungometraggio in una sorta di opera sperimentale, in grado di fagocitare generi e ritmi narrativi al suo interno, Jordan ha adattato il romanzo di Anne Rice accentuandone il lato sensuale e bohemien. Due pellicole quindi ancora in linea con la visione classica del vampiro, ma con al loro interno già i segnali molto precisi che anche quest’icona dell’horror avrebbe subito dei cambiamenti.
E così è stato, ma a nostro avviso decisamente in peggio: se infatti l’avvicinamento all’action non ha nuociuto più di tanto alla legenda dello zombie, regalandoci anche un paio di ottime pellicole come “L’alba dei morti viventi” (Dawn of the Dead, 2002) di Zack Snyder o “28 giorni dopo” (28 Days Later, 2003) di Danny Boyle, purtroppo lo stesso non si può dire con i recenti film sui vampiri. Se prendiamo ad esempio prodotti di enorme dispendio economico come il pessimo “Van Helsing” (id., 2004) di Stephen Sommers, ci si accorge immediatamente come la contaminazione tra l’horror  e l’action sia tragicamente sbilanciata in favore di quest’ultimo.
E non molto meglio va ad esempio con una serie di discreto successo come “Blade” (id., 1998).

Se con “Io sono leggenda” (I Am Legend, 2007) si è scelto di continuare con questa tendenza, forse un film di vampiri che potrebbe almeno dare più spazio alla tensione ed alla natura orrorifica del personaggio potrebbe essere il prossimo “30 Days of Night” (id., 2007) di David Slade, tratto dalla splendida ed omonima graphic novel.