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I dieci finti accenti peggiori della storia del cinema

Da Keanu Reeves in Dracula ad Adriano Celentano in Rugantino, ecco le volte in cui un attore ha tentato di imparare un accento diverso dal suo, senza successo

Robin Hood - Kevin Costner

09.01.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Non sempre al cinema si sceglie un attore della stessa provenienza del suo personaggio. Spesso accade, specialmente nel cinema americano, che attori britannici interpretino americani e viceversa. Nel primo caso, di solito il trucco funziona: per un inglese “ingrassare” la pronuncia e renderla credibilmente americana è più facile che per un americano fare l'accento inglese o irlandese, o scozzese, se è per questo. Anche in Italia abbiamo avuto casi di scambi alquanto bizzarri, tra milanesi che hanno tentato di fare i romani e viceversa. Diamo uno sguardo a dieci casi di accenti non esattamente riusciti...
 
 
Keanu Reeves non è noto principalmente per essere un attore eclettico. Ha un range abbastanza limitato e sa lavorare bene all'interno di esso (vedi Matrix e John Wick), ma quando tenta di uscirne i risultati possono essere esilaranti. Il suo Jonathan Harker nel Dracula di Coppola sfoggia un accento inglese totalmente improbabile e forzato. Coppola stesso ha ammesso di non essere stato critico a sufficienza durante le riprese, perché voleva troppo bene a Keanu...

 
 
Se guardaste Rounders in lingua originale, fareste davvero fatica a non ridere ascoltando l'esageratissimo accento russo di John Malkovich. Una finzione talmente plateale e “da attore” da trascinare il pubblico fuori dal film ogni volta che apre bocca. A quanto si dice anche Malkovich la pensava così e confessò a Matt Damon di essere “un pessimo attore”.

 
 
Brad Pitt è di certo un attore sottovalutato sotto molti punti di vista, ma una cosa la possiamo dire: non è credibile nel ruolo dell'irlandese. In L'ombra del diavolo interpreta un terrorista dell'IRA sotto copertura, ma a un irlandese vero suona più che altro come un americano che finge di essere un irlandese. Cosa che in effetti è.

 
 
A proposito di corti circuiti linguistici... In Highlander, divertentissimo cult movie anni '80, Christopher Lambert è un francese che interpreta uno scozzese che ha perso l'accento dopo aver vissuto per molto tempo in America. Il suo scozzese (nelle poche scene ambientate in Scozia nel passato) è terribile, e nella New York del presente gli sceneggiatori gli fanno anche dire di provenire “da un sacco di posti diversi”, per mascherare un po' l'effetto surreale della sua parlata. Ma sapete cos'è ancora più surreale? Il fatto che uno scozzese vero come Sean Connery interpreti un egiziano che finge di essere spagnolo... ma che suona inevitabilmente scozzese per tutto il film!

 
 
Il povero Dick Van Dyke ha passato praticamente il resto della sua vita dopo Mary Poppins a giustificarsi per il tremendo accento cockney (la parlata tipica di alcune zone di Londra) sfoggiato nel ruolo di Bert. Lui, originario del Missouri, sostiene che nessuno sul set gli avesse mai detto nulla, neppure Julie Andrews, perché rispettava il fatto che il collega si desse da fare così tanto per azzeccare l'accento. Un accento che ancora oggi in Gran Bretagna non gli perdonano.

 
 
Non siamo nemmeno sicuri che quello di Kevin Costner in Robin Hood: Principe dei ladri possa essere definito accento british. In moltissime scene del cult anni '90, l'attore californiano suona esattamente come un attore californiano. E nemmeno un attore californiano che finge di essere inglese, ma solo uno che abbia indossato un costume medievale per una passeggiata nei boschi.

 
 
Davvero incomprensibile la scelta di far parlare Angelina Jolie con un accento simil-russo in Alexander. Incomprensibile soprattutto perché Oliver Stone lascia parlare Colin Farrell col suo accento irlandese e, per renderlo meno evidente, chiese a Val Kilmer di parlare con un accento simil-irlandese. Insomma, tutti nell'antica Macedonia parlavano con accento irlandese, tranne Angelina Jolie che era la moglie di un mafioso russo.

 
 
Gangs of New York di Scorsese sarà pure ambientato nella Grande Mela, ma racconta di un'epoca in cui inglesi e irlandesi si facevano guerra per le strade della città americana. Solo che Cameron Diaz non suona né inglese, né irlandese, né newyorkese se è per questo...

 
 
Concludiamo con due esempi nostrani. Il primo è Adriano Celentano in Rugantino, versione cinematografica della commedia di Garinei e Giovannini in cui si ebbe la strampalata idea di far interpretare il ruolo principale ad Adriano Celentano. Ovvero un milanese che non aveva neppure un vero background da attore, pur avendo ampiamente dimostrato grandi qualità da protagonista per il cinema. Per rendere l'idea, ecco l'imitazione che Max Tortora (un romano) fa di Celentano, un milanese che vuole suonare romano.

 
 
Ok, va detto che proviamo rispetto per il tentativo di Kim Rossi Stuart, uno dei pochi attori italiani a non ripetersi sul grande schermo in un “tipo” collaudato. In Vallanzasca di Michele Placido, Stuart, che è romano, interpreta un milanese e in alcune scene gli riesce pure. Solo che quando si mette a gridare o si innervosisce, si trasforma improvvisamente in un sardo!