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I 60 anni di Lars von Trier: 15 cose da sapere sul grande regista danese

Lars von Trier compie 60 anni. Ripercorriamo una carriera controversa scoprendo tutte le idiosincrasie, fobie e il genio di un grande uomo di cinema

Lars von Trier

29.04.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Controverso, politicamente scorretto, fobico, depresso cronico, arrogante. Lars von Trier è tutto questo, un mix di difetti enormi e pregi altrettanto indiscutibili che lo rendono uno dei più grandi registi al mondo. Von Trier fa 60 anni il 30 aprile, e noi lo celebriamo scoprendo i segreti più bizzarri dell'uomo che ci ha regalato Le onde del destino, Dancer in the Dark e Antichrist.

Il vero padre. Sul letto di morte, la madre di Von Trier, Inger Høst, gli confessò che non era Ulf Trier il suo vero padre, ma il suo ex datore di lavoro Fritz Michael Hartmann, con cui decise di fare un figlio per i suoi ottimi geni artistici (era discendente di una famiglia di compositori). Dopo averlo rintracciato, fu allontanato dall'uomo che gli disse di rivolgersi a lui solo tramite il suo avvocato.

Il “Von”. Il vero nome del regista è Lars Trier. Il “Von” è stato aggiunto perché i suoi compagni della Danish Film School lo chiamavano così per via della sua arroganza. Ma anche per rendere omaggio ai suoi miti Erich von Stroheim and Josef von Sternberg, che come lui avevano aggiunto il “Von” in seguito.

Dogma. Von Trier è tra i fondatori del movimento Dogma 95, che negli anni '90 scosse il cinema europeo con il suo manifesto fatto di regole austere, che prevedevano solo camera a mano e vietavano l'uso dei set.



Fobie e depressione. Lars von Trier soffre periodicamente di depressione e ha anche parecchie fobie. Ad esempio non ama volare. Per ritirare la Palma d'Oro per Dancer in the Dark dovette viaggiare in una roulotte appositamente attrezzata. “Ho paura di tutto, tranne che di girare un film”, ha dichiarato.

Non è mai stato in America. Come conseguenza della sua paura di volare, Von Trier non ha mai viaggiato in USA. Nonostante ciò ha diretto Dogville e Manderlay, primi due capitoli di una progettata “trilogia americana”.

Nudista. Von Trier è cresciuto in una famiglia di nudisti, e la cosa ha avuto un impatto sulla sua personalità adulta. Sul set di Idioti si presentò un giorno nudo, dicendo agli attori che si sarebbero dovuti spogliare a loro volta per lavorare con lui.

Sesso esplicito. A proposito di Idioti: si tratta di un film che fece scandalo perché mostra un'erezione e una penetrazione reale durante un'orgia. Von Trier è poi tornato a fondere cinema mainstream e hardcore in Antichrist e Nymphomaniac, arrivando persino a produrre dei veri porno (per donne) con la sua compagnia Zentropa. Uno di questi è stato girato nel set della prigione di Dancer in the Dark.



E' alcolizzato. Ma sta cercando di smettere.

Il rapporto con gli attori. Ci sono svariati attori che hanno litigato con lui sul set, giurando di non lavorarci più. John C. Reilly abbandonò il set di Manderlay quando venne a sapere che per una scena sarebbe stato abbattuto e scannato un vero asino (in realtà malato, e soppresso con un'iniezione prima della scena secondo le norme danesi). Con Bjork ebbe una terribile lite sul set di Dancer in the Dark, tanto che l'attrice e cantante sparì per tre giorni. Al suo ritorno, Von Trier le disse che avrebbe dovuto essere ancora più cattivo con lei. E infine, Nicole Kidman non partecipò al sequel di Dogville, Manderlay, a causa dell'esperienza spiacevole accanto a Von Trier. “Non credo di aver torturato Nicole sul set di Dogville – ha dichiarato poi il regista – Ma so che ha detto che sono stato duro”.

Le sue attrici hanno vinto molti premi. Nonostante lavorare con lui non sia proprio idilliaco, almeno la fatica ha dato i suoi frutti. Tre sue attrici hanno vinto a Cannes: Bjork per Dancer in the Dark, Charlotte Gainsbourg per Antichrist e Kirsten Dunst per Melancholia (2011). Inoltre, Emily Watson è stata candidata all'Oscar per Le onde del destino.

Persona non grata. “Capisco Hitler, capisco l’uomo che è pieno di male, certo sono contrario alla Seconda Guerra Mondiale e non sono contro gli ebrei, ma in realtà non troppo perché Israele è un problema, come un dito nel culo, fa cagare”. Queste parole, pronunciate dal regista durante la conferenza stampa di Melancholia a Cannes, hanno scatenato una durissima reazione da parte del Festival, che ha allontanato Von Trier dichiarandolo “persona non grata”. Mesi dopo, Von Trier disse che da quel momento si sarebbe astenuto dal fare dichiarazioni pubbliche.



The Kingdom come Twin Peaks. Von Trier è un ammiratore di David Lynch e si è ispirato anche a Twin Peaks per realizzare l'acclamata serie TV The Kingdom, dicendo che come lui aveva tentato di lavorare “con la mano sinistra”, re-imparando, cioè, il mestiere.

Antichrist e la “trilogia della depressione”. Durante le riprese di Antichrist, Von Trier era in preda a una fortissima depressione che quasi lo costrinse a fermare la lavorazione. I successivi Melancholia e Nymphomaniac completano una “trilogia della depressione” con cui il regista è venuto a patti con il suo stato mentale.

L'offerta di Spielberg. Dopo aver visto Europa, Steven Spielberg gli offrì lavoro a Hollywood, ma lui rifiutò. “Gli Studios americani danno soldi ai registi per educarli a dimenticare il loro stile, nonostante fosse la ragione per cui li volevano scritturare – ha dichiarato in seguito – Ho sempre evitato quel destino facendo i miei film qui. Bisogna combattere il desiderio di fare un grosso film d'azione. Bisogna evitare 'Batman'. Più grosso è, peggio è”.

Candidature e premi. Von Trier è stato selezionato nove volte a Cannes, vincendo solo una Palma d'Oro con Dancer in the Dark, ma portando a casa anche un Gran Premio della Giuria per Le onde del destino e tre premi per Europa. Ha vinto anche diversi premi agli European Film Awards e un David di Donatello per Dogville, ma non ha mai vinto né un Golden Globe né un Oscar (ed è stato candidato solo per uno di ciascuna categoria, in entrambi i casi la migliore canzone per il brano I've Seen It All di Dancer in the Dark).