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I 50 anni de La notte dei morti viventi, 8 ragioni per rivedere il capolavoro di Romero

Cinquant'anni fa usciva nelle sale il film che inventò il filone degli zombie. Ecco perché ancora oggi è attualissimo

La notte dei morti viventi

02.10.2018 - Autore: Marco Triolo
Sono rari i film di cui si possa dire in maniera incontrovertibile che hanno creato un genere. Rari e importanti. La notte dei morti viventi, uscito cinquant'anni fa negli Stati Uniti, è tra questi. Lo zombie è diventato il mostro preferito dei pubblici di oggi, anche grazie al successo di The Walking Dead, ma tutto questo filone non esisterebbe se non fosse stato per George A. Romero e il suo seminale horror anni '60.


 
Uscito nel 1968, l'anno della contestazione, La notte dei morti viventi è un film fortemente politico, come lo sarebbe stata tutta la saga dei Morti viventi di Romero. Un film che, ispirandosi a “Io sono leggenda” di Richard Matheson, parla di “rivoluzione” e di “come le persone reagiscono o falliscono nel reagire” ai grandi cambiamenti. All'epoca, destò enorme scalpore per la sua violenza grafica inusuale, soprattutto visto che il sistema di rating americano non era ancora stato applicato e persino ai bambini fu permesso l'ingresso in sala. “I bambini tra il pubblico erano sconvolti”, ricordò il grande critico Roger Ebert, uno dei pochi ad aver promosso il film nel mezzo delle aspre recensioni dei suoi colleghi. “C'era un silenzio quasi totale. Il film aveva smesso di essere piacevolmente spaventoso a circa metà, ed era diventato inaspettatamente terrificante”.
 
Girato con un budget di 114 mila dollari, in maniera completamente indipendente da Hollywood, La notte dei morti viventi è tutt'ora uno dei film più redditizi della storia del cinema, avendo incassato 30 milioni di dollari nel mondo. In barba al generale senso di oltraggio, divenne un classico e la critica fu costretta a rivalutarlo rapidamente. È il destino di tutte le opere d'avanguardia, dopo tutto.
 
A cinquant'anni dalla sua uscita originale, abbiamo deciso di elencare otto ragioni per riscoprire La notte dei morti viventi oggi. Seguiteci...


 
1. È ancora spaventosamente attuale. Sì, La notte dei morti viventi è un film del 1968. Sì, è in bianco e nero. Ma non fatevi scoraggiare, non aspettatevi un “vecchio” film da valutare contestualizzandolo nel periodo d'uscita. Perché invece scoprirete un capolavoro attuale, moderno, in linea con l'idea di horror che si sarebbe sviluppata da quel punto in avanti. Oltretutto, la formula dello zombie movie a cui siamo abituati oggi era già tutta presente, dall'ambientazione post-apocalittica, all'assenza di una vera spiegazione dell'epidemia, alla figura del morto vivente lento (a parte in una scena) e ghiotto di carne umana.

 
2. Duane Jones. Se questo nome vi dice qualcosa, è perché è stato citato in The Walking Dead. Lì, si chiama così il defunto figlio di Morgan Jones, qui è invece l'attore che interpreta Ben, il protagonista del film. Cosa hanno in comune? Sono entrambi afro-americani. E se oggi è normale avere un protagonista afro-americano, nel 1968 non lo era affatto. Romero, scegliendo Jones nel ruolo principale (a detta sua, solo perché aveva fatto il provino migliore), e consentendogli di modificare i dialoghi del suo personaggio (in origine un umile camionista) per rispecchiare il suo alto livello di erudizione, si dimostrò estremamente lungimirante.

 
3. È un film politico. Si diceva che La notte dei morti viventi, come “Io sono leggenda”, parla di rivoluzione. Romero non ha mai nascosto di parteggiare per gli zombie, la forza rivoluzionaria che arriva dal basso e rappresenta la marcia del proletariato, delle minoranze, dei reietti, verso la parità di diritti. Con una eccezione: nel successivo Zombi, i morti viventi si fanno metafora di una feroce critica al consumismo, nella loro pulsione a ripetere quello che facevano in vita, tornando a battere sulle porte del centro commerciale. È un vero peccato che Romero sia morto proprio adesso, quando l'avanzata dei movimenti populisti avrebbe potuto dare nuova linfa alla sua visione politica di cinema.

 
4. “I morti ti prenderanno, Barbara!”. La sequenza iniziale, in cui la co-protagonista Barbra (Judith O'Dea) fugge da uno zombie che ha appena assalito suo fratello in un cimitero, è tra le più memorabili di sempre. Il nuovo zombie romeriano fa una vera entrata a effetto: un mostro che sembra umano, si muove lentamente alla luce del sole, arriva da lontano in piena vista eppure tu non fai niente, perché lo sottovaluti. Il genio di questa sequenza è l'ambientazione classica in un cimitero: ti culla facendoti credere di essere di fronte a un horror classico e rassicurante, e poi ti colpisce in testa come una mattonata, ti strappa il tappeto da sotto i piedi e ti lascia solo e spaventato in balia di un terrore tutto nuovo.

 
5. Zombie lenti>zombie veloci. Per fortuna lo ha capito anche The Walking Dead: lo zombie vero è quello lento. Senza nulla togliere a quelli veloci, ma sono proprio un altro tipo di mostro all'interno di film che, di conseguenza, hanno dinamiche molto diverse. Qui la parola chiave è “sottovalutare”. Sottovalutare la minaccia, sottovalutare quanto l'unione faccia la forza. Riemerge l'elemento politico: un solo individuo può fare poco, ma una massa di persone è un'arma inarrestabile.

 
6. La carneficina. Diciamocelo: uno dei motivi per vedere un film di zombie è il tasso di gore e violenza. La notte dei morti viventi, ancora una volta, non delude pur essendo un film di cinquant'anni fa. Anzi, ha proprio aperto la strada a quel tipo di violenza al cinema: la scena in cui due dei sopravvissuti, tentando di rifornire di benzina l'auto, vengono assaliti dall'orda dei morti e sbranati, è ancora oggi un pugno nello stomaco notevole.

 
7. Una grande lezione. È la scusa più celebre quando un film risulta al di sotto delle aspettative: “Avevamo pochissimi soldi per farlo!”. Ecco, La notte dei morti viventi esiste anche per provare che questa scusa è una baggianata. Romero lo realizzò a basso budget, con poche risorse e tantissime idee. Perché, in fondo, è questo che distingue un genio da uno scarso: non i soldi, ma le idee. Una lezione di cinema impareggiabile.

 
8. È di pubblico dominio. Sul serio. Per un errore banale, il film non è protetto da copyright. In pratica, la compagnia di produzione fondata da Romero, Image Ten, aveva segnalato il copyright sotto il titolo originale, Night of the Flesh Eaters, dimenticandosi di aggiungerlo una volta modificato il titolo in Night of the Living Dead. Per via questo errore, chiunque può pubblicare il film, ed è per questo che ne esistono così tante edizioni home video. Ciò significa che lo potete proiettare dove volete, organizzare serate, invitare amici, diffonderlo. Fatelo. Se lo merita.

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