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Greta Gerwig: "Non chiamatemi Meryl Streep"

A soli ventinove anni è già icona del cinema americano indipendente. Abbiamo incontrato la protagonista di Damsels in Distress

Damsels in Distress - Greta Gerwig

03.08.2012 - Autore: Pierpaolo Festa e Marco Triolo
Più volte leggendo di Greta Gerwig si finisce per mettere gli occhi sulla sua solita definizione: “La Meryl Streep del Mumblecore”. Cosa significa?

“Ve lo spiego io: è una cosa terribile! – ci confessa la Gerwig sorridendo – Penso che sia davvero scandaloso essere marchiata come 'la Meryl Streep di qualcosa'. Non è un termine che deve essere per forza sbandierato come se non fosse importante. Meryl è una categoria a sé stante”.

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Greta Gerwig in Lola Versus

Il termine Mumblecore indica una nuova corrente di cinematografia americana nata all'inizio del ventunesimo secolo. Tra le caratteristiche di questo stile cinematografico c'è un budget che deve essere limitato e il fatto che i dialoghi vengano spesso scritti dagli attori stessi in modo da ottenere massima veridicità. “Questa cosa del mumblecore mi è stata appioppata perché stavo scrivendo questi film e improvvisavo le battute. Fin'ora ho la maggior parte dei progetti a cui ho lavorato li ho scelti io, quindi sono stata fortunata. D'altra parte vorrei evitare di essere identificata solo con un certo tipo di ruoli”.

La presenza della Gerwig è così forte che ha stregato perfino Woody Allen che la ha voluta nel suo (detestabile e dimenticabile) To Rome With Love: “In quell'occasione ho aspettato sul set finché non è arrivato Benigni per poterlo vedere”. Film.it la incontra per parlare di Damsels in Distress - Ragazze allo sbando, il lungometraggio che ha chiuso l'ultima edizione del Festival di Venezia e che arriva nelle sale italiane durante la stagione estiva (attualmente nei cinema distribuito da Warner Bros). Una commedia firmata Whit Stillman, regista di Metropolitan e Last Days of Disco: “Il film parla di queste ragazze e degli uomini della loro vita. Di come continuamente falliscano nell'incontrare le loro aspettative, anche se sono molto basse. L'altro tema è la lotta alla depressione del college e la media di suicidi”. Siamo davanti a una pellicola bizzarra che mira a essere intelligente, rielaborando le tematiche delle commedie high school in una maniera inedita.

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Foto di gruppo del cast di Damsels in Distress insieme al regista Whit Stillman

Greta nella tua vita hai frequentato una scuola simile a quella che vediamo in Damsels in Distress?
No, a dire la verità ho frequentato un college di sole donne. Si cerca sempre di entrare nei migliori college a tutti i costi. A me è capitata l'esperienza opposta. Sono andata in un college molto piccolo.

Nel film vediamo come la danza possa davvero combattere la depressione. Condividi questo pensiero?
Sono arrivata a pensare che è proprio così. Ho letto il copione per la prima volta e pensavo fosse un'idea stupida. Interpretando quelle scene sul set ho cominciato a pensare che fosse giusto, che se balli e canti con altra gente come puoi essere triste, almeno in quel momento? Esprimi gioia che in qualche modo dovrebbe infettarti.

In questo tuo status di icona del cinema indipendente, ti sei ispirata ad attrici in particolare?

Non a una in particolare. Nel caso di Damsels in Distress ho guardato e ascoltato cose che credevo al mio personaggio sarebbero piaciute, come ad esempio i musical degli anni '30 e '40 e le immagini di Grace Kelly e sua sorella. Ci sono tante foto di loro in vacanza e con la sorella sempre sullo sfondo. E poi i film di Doris Day, quell'estetica e quell'ideale di femminilità, ma non ho modellato la mia Violet su nessuna persona o attrice nello specifico.

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La Gerwig insieme a Woody Allen e Penélope Cruz alla première americana di To Rome With Love

Whit Stillman ha uno stile molto bizzarro. Quanto avete avvertito il suo tocco mentre giravate?

Tantissimo. Sul set mi diceva sempre: “Parla più veloce, cammina più piano e non toccare nulla”. Al college si parlava e si citavano i suoi film e avevo già un'idea della sua scrittura e dei suoi dialoghi e credo non ci siano altri scrittori con sintassi così particolare, scelta di parole e ritmo. Ho cercato di non guardare i suoi altri film prima di iniziare per non imitare altri attori. Ci sono voluti un paio di giorni per abituarmi, ma poi sono entrata rapidamente nel linguaggio e nel mondo del film.

La domandona di Film.it: qual è il poster che da ragazzina tenevi nella tua camera?

La locandina de Le onde del destino.

Ti piacerebbe lavorare con Von Trier?

Moltissimo. Ho seguito tutta la storia folle del Festival di Cannes e mi spiace. Io mi baso solo sui suoi film e credo che lui sia incredibile. Quelle pellicole sono dolorose da vedere, ma sono meravigliose. Quei personaggi femminili fantastici e tormentati non si dimenticano.

Per saperne di più
Il trailer di Damsels in Distress
La recensione del film
Photostory: Le immagini del film