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Fuochi d'artificio di fine primavera

"Coraline", "Una notte da leoni" e altre otto uscite, rendono la settimana entrante una delle più interessanti dell'anno. Dal fantasy alla commedia, di tutto un po' e di buona fattura.

Una notte da leoni

19.06.2009 - Autore: Andrea D'Addio
Settimana da Festival: film di tutti i tipi e da tutto il mondo: Usa, Italia, Norvegia, Australia e Serbia. Se escludiamo i grandi blockbuster americani come "Terminator", "Harry Potter", "Transformers" e via dicendo, in Italia questo è normalmente un periodo in cui o escono gli scarti di magazzino (normalmente a stelle e strisce), o lavori interessanti, ma di difficile presa sul grande pubblico (per assenza di cast di richiamo, per provenienze da cinematografie non troppo conosciute o per altre, varie, ragioni). Questo venerdì abbiamo invece la fortuna di avere invece due film statunitensi niente male, e una serie di altre pellicole piuttosto interessanti.

Coraline

L’uscita principale, in termini di qualità, è senza dubbio  “Coraline e la porta magica”. Il regista, Henry Selick, è lo stesso che diresse (di fatto) quel “Nightmare Before Christmas” che siamo soliti attribuire a Tim Burton (che però curò tutto il resto). Anche stavolta la tecnica utilizzata è quella della plastilina in stop motion e la storia risulta un mix di fantasy , horror e poesia. L’ha scritta quel grande scrittore di Neil Gaiman (dalle cui penna è stato tratto anche “Stardust”) e racconta di una bambina e di uno strano mondo in cui le persone hanno bottoni al posto degli occhi. Riuscirà a fuggirne? (ps: per i fortunati che hanno un cinema adatto vicino casa, la proiezione sarà in 3D).

Una notte da leoni

La seconda uscita da segnarsi, soprattutto se si vuole ridere di gusto (con ritmi americani), è “Una notte da Leoni”. Ha letteralmente sbancato ai botteghini americani quest’anno. Budget non basso ma di certo non alto, cast non di richiamo: tutti ne parlano come la “sorpresa dell’anno”, ma il regista Todd Phillips è uno che la comicità la conosce bene. Amico di Ben Stiller, Owen Wilson, Vince Vaughn, Will Ferrell & company, con loro ha creato il gruppo non ufficiale di artisti legati dalla stessa idea di comicità, il “Frat Pack”. Tra i suoi lavori precedenti ci sono i divertenti “Old School” e “Road Trip”, buone credenziali insomma.

La ragazza del mio migliore amico

La ragazza del mio migliore amico” è l’ennesima commedia con Kate Hudson. Si potrebbe catalogarla all’interno di un genere cinematografico vero e proprio, “le commedie di Kate Hudson”, tante sono caratteristiche che le legano, ma qui c’è una componente sessual-maschilista più marcata del solito. Causa ne è la presenza di un attore piuttosto sconosciuto da noi, ma famoso in America per un’ironia ricca di doppi sensi: Dane Cook. Il suo precedente film, “Charlie viene prima di tuo marito” non è stato quel che si definisce un successo (in Italia uscì sotto silenzio nonostante la presenza di Jessica Alba), e quest’altra uscita estiva per lui non lascia presupporre molta fiducia da parte dei distributori nelle sue qualità di intrattenitore. Il film comunque si vede, ha dei momenti divertenti e quando sarà arrivato in dvd rappresenterà una buona opzione per una serata di totale disimpegno.

Amori e altri crimini

Dalla Serbia arriva “Amore e altri crimini”, dramma del già candidato premio Oscar (per il cortometraggio  "(A)torsion") Stefan Arsenijevic . In una sempre fatiscente Belgrado, la storia di una donna e del suo malinconico sogno di fuggire via per trovare un futuro migliore è il pretesto per il regista per “raccontare la transizione da una società di criminali ad una di consumatori”.

La puntuale uscita horror primavera-estate è questa settimana“Borderland”. Americani in gita in Messico ne passano di tutti i colori con i nativi. Siamo dalle parti dell’ennesima variazione di “Hostel”, stavolta in salsa chili. Se il titolo misto all’ambientazione centroamericana vi ricorda qualcosa è perché anche l’ultimo lavoro di Jennifer Lopez, su dei misteriosi casi di omicidi a Città del Messico e dintorni, si chiamava “Bordertown”. Poveri messicani, sempre periferia, mai centro.

Borderland

Per l’Italia è la volta di “Diari” di Attilio Azzola,  “Tre lire-Primo giorno” di Andrea Pellizzer, “Il prossimo tuo” di Anne Riitta Ciccone. Il primo riscosse una buona accoglienza a Cannes 2008 (quando la nostra attenzione era concentrata solo su “Il divo” e “Gomorra”), il secondo è una commedia on the road sulla voglia di ricominciare di quattro infermieri e un arzillo vecchietto, il terzo un dramma poliglotta ad episodi che al Festival di Roma, dove è stato presentato, non ha troppo impressionato e che si avvale delle belle presenze di Diane Fleri e Maya Sansa.

Dall’Australia è la volta di  “Look Both Ways”, storia piuttosto singolare che ricorda un po’ il Chuck Palahniuk di “Diary” e che ha girato il mondo raccogliendo premi ovunque (è del 2006, da noi arriva in considerevole differita. Sarà colpa del digitale terrestre?). Una ragazza immagina disastri, li dipinge e si avverano. Di certo la trama è curiosa…

Chiudiamo con “Il mondo di Horten”, storia di un anziano ex conducente di treni che scopre quanto l’età siano solo numeri, l’importante è lo spirito. Come già detto altre volte per casi analoghi: poiché è difficile che arrivino fin da noi film norvegesi, quando succede significa che qualcosa di buono, probabilmente, c’è davvero.