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Frost/Nixon - La nostra recensione

Sintetico, tagliente, perfettamente calibrato, è in arrivo uno dei lungometraggi più riusciti di questa stagione di cinema, e merita senza alcun dubbio di essere tra i protagonisti della prossima notte degli Oscar

Frost/Nixon il duello

05.02.2009 - Autore: Adriano Ercolani
          Prendiamo ad esempio Ron Howard, autore reduce dai clamori e dalle sale piene del suo “Il codice Da Vinci” (The Da Vinci Code, 2006): dopo aver rinsaldato la sua posizione all’interno dell’establishment hollywoodiano si è dedicato al progetto più contenuto di “Frost/Nixon”, adattamento cinematografico della piece teatrale di Peter Morgan. Il primo, grande pregio del film sta nello script di Peter Morgan, uno scrittore che sta dimostrando di lavoro in lavoro una straordinaria capacità di coniugare affresco storico-politico ed introspezione psicologica. Pensiamo ad un altro ottimo copione come “The Queen” (id., 2006): in questo suo nuovo lavoro Morgan riesce addirittura ad inserire nella struttura narrativa ad orologeria lo sviluppo di due personaggi dalla vita interiore sfaccetta a complessa, perfettamente raccontata sul grande schermo. Ma la vera grandezza della sceneggiatura non sta tanto nelle cosiddette “scene madre”, quanto piuttosto in quelle apparentemente di raccordo, che nascondo alcune finezze di scrittura davvero impressionanti.