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Drew Goddard: "La mia lettera d'amore all'horror"

Il regista di "Quella casa nel bosco" ci racconta in esclusiva come ha reinventato l'horror

Quella casa nel bosco - Chris Hemsworth

03.04.2012 - Autore: Marco Triolo
Un tempo fu “Scream” a rileggere in chiave ironica e meta-cinematografica il genere horror. Il film di Wes Craven ha generato poi un franchise che ha perso rapidamente di vista l'obbiettivo e la potenza espressiva dell'originale. Enter “Quella casa nel bosco”, un film dell'orrore che riprende molti cliché del genere e li frulla per raccontare una storia intelligente e originale, grazie anche a un assunto di base davvero ispirato. Tutto merito di Joss Whedon e Drew Goddard, rispettivamente sceneggiatore e regista del film. Goddard viene anch'egli dalla sceneggiatura (ha scritto svariati episodi di “Lost” e il film “Cloverfield”), e “Quella casa nel bosco” è il suo esordio alla regia. Lo abbiamo intervistato in esclusiva.

Quella casa nel bosco Drew Goddard intervista. Goddard con Joss Whedon
Quella casa nel bosco - Il trailer

Possiamo dire che finalmente tu e Joss Whedon ce l'avete fatta, il film sta per uscire a tre anni dalle riprese. E' curioso, perché si sente spesso parlare di limbo nel caso della lavorazione di un film, ma raramente in quello della distribuzione...
E' vero, è stato un colpo di sfortuna perché MGM è rimasta coinvolta nella crisi finanziaria e l'uscita del nostro film è stata rimandata. Ma hanno anche rimandato film come “Lo Hobbit” e “Skyfall”, quindi lo Studio aveva problemi più grandi di noi. A me interessava solo proteggere il film e quando abbiamo capito che non avremmo dovuto cambiare nulla ci siamo sentiti sollevati.

E ora come ci si sente?

Adesso sono felice e mi sto divertendo un mondo a vedere il film con il pubblico, è qualcosa che aspettavo con ansia da molto tempo.

Ci sono ovviamente molti riferimenti meta-cinematografici nel film, come la presenza di alcuni personaggi che possono essere paragonati a dei registi. Sei d'accordo con questa lettura?

Beh, direi che è un film complicato, ma lascio che il pubblico decida sui diversi livelli di interpretazione. Noi siamo partiti con l'idea di raccontare una bella storia, lasciando che la complessità e la profondità di essa scaturisse da questo e non vice versa.

Quella casa nel bosco Drew Goddard intervista. Una scena del film

Nel film, uno dei personaggi più positivi è anche l'unico che è sotto il costante effetto di marijuana. Si tratta di una scelta molto progressista, perché solitamente nello slasher questi personaggi sono solo comparse sacrificabili...
Ci siamo ispirati a Shakespeare: Marty è il classico personaggio del fool, il buffone scespiriano. Il buffone di solito è la persona più intelligente, ma nessuno gli bada perché lo ritengono appunto un buffone. Era quello l'archetipo. Sul fatto che il mio film sia conservatore o progressista, lascio decidere il pubblico.

Ci sono anche dei chiari riferimenti a Lovecraft nel film. Erano intenzionali?

Certo. Questo film è una lettera d'amore all'horror in generale, non solo al cinema horror, e se fai un film sull'horror devi per forza citare Lovecraft, perché è uno dei grandi ed è stato fondamentale per il genere.

Ma è chiaro che rendete anche omaggio alla tradizione del cinema dell'orrore. Ad esempio, il concept della casa nei boschi viene da “La casa” di Sam Raimi...
Sì, ci sono tanti film su ragazzi che vanno in una baita nei boschi e finiscono male, ma “La casa” è certamente il migliore tra questi.

Cosa ne pensi del remake in lavorazione e della moda dei remake in generale?

Uno dei miei film preferiti di tutti i tempi è “La cosa” di John Carpenter, ed è un remake. Quindi non sono contrario ai remake in assoluto, conta solo che siano buoni film. Per quanto riguarda il remake de “La casa”, se sarà un buon film io sarò il primo a comprare il biglietto. Certo, spesso ti rendi conto che questi film vengono realizzati solo come “prodotti” buoni per il sistema, ma spero non sia questo il caso con “Evil Dead”.

Quella casa nel bosco Drew Goddard intervista. Una scena del film

Uno dei protagonisti del film è Chris Hemsworth, un attore che negli ultimi due anni si è imposto a Hollywood grazie a “Thor”...

Abbiamo scelto Chris prima che fosse Thor, ma ho capito che sarebbe diventato una superstar non appena l'ho visto recitare. Ho chiamato subito lo Studio e ho detto: “Guardate i giornalieri, perché questo ragazzo sarà la next big thing”, e una settimana dopo è stato scritturato in “Thor”. È stato fantastico vederlo proiettato nella stratosfera, perché se lo merita.

Avete già pensato a un eventuale sequel?

Non ne abbiamo parlato per ora, ma è certamente un mondo a cui ci piacerebbe tornare. L'importante è trovare il modo di farlo senza tradire il primo capitolo. Comunque non siamo partiti con l'idea di realizzare un franchise, ma un solo grande film. Meglio fare una cosa alla volta.

Hai lavorato con i due più importanti guru della televisione moderna, Joss Whedon e J.J. Abrams. Qual è il tuo preferito?

[Risate] Non credo di dover decidere, li amo entrambi.

Che differenza c'è tra i loro metodi di lavoro?

Sono molto simili, in realtà. Entrambi amano con tanta passione i loro personaggi, ma è una cosa per cui non credo ricevano abbastanza credito, perché, dato che raccontano spesso grandi storie con grandi idee, la gente tende a non badare al fatto che al centro di queste stesse storie ci siano personaggi con cui ci si riesce a identificare emotivamente. Entrambi si mantengono fedeli a questo assunto quasi fosse una religione e sono contento di poter imparare da loro.

Quella casa nel bosco Drew Goddard intervista. Una scena del film

Stai anche lavorando alla sceneggiatura di “Robopocalypse” per Steven Spielberg. Come sta andando quel progetto?
Il film è basato su un libro di Daniel H. Wilson, che racconta cosa succederebbe se la tecnologia di oggi si ribellasse a noi. È quel genere di fantascienza epica che nessuno sa fare meglio di Steven Spielberg. Non posso rivelare nulla, perché vogliono mantenere tutto top secret, ma non vedo l'ora che la gente veda il film, questo è certo.

Hai lavorato prima in televisione e poi al cinema. C'è una progressione naturale tra le due cose oppure tornerai a fare TV in futuro?

Non vedo una progressione, sono entrambi mondi fantastici che adoro, e ho la fortuna di poter passare continuamente da uno all'altro. Spero davvero di poter fare altra TV, ma amo anche realizzare fumetti e web series. Viviamo in un'epoca in cui c'è la possibilità di spaziare e mi piace poter lavorare in tutte queste diverse piattaforme e generi.

Per finire, ecco la domanda da un milione di dollari: qual era il poster che avevi in camera da ragazzo?

Ah, bella domanda! Ero un fan dei fumetti, dunque avevo un enorme poster degli X-Men sul muro. Avevo poster degli X-Men e di Spider-Man su tutti i muri, in realtà.

In uscita il 20 aprile, “Quella casa nel bosco” è distribuito in Italia da M2 Pictures.