Una storia tremenda che emerge dalle nebbie della Storia e fluisce con dolore nel primo film fiction di Valentina Pedicini, Dove cadono le ombre. La pellicola è stata presentata in anteprima alle Giornate degli Autori a Venezia 2017 e sarà in tutti i cinema il prossimo 6 settembre distribuita da Fandango.
Dove cadono le ombre racconta il genocidio che dal 1926 al 1986 interessò circa 2000 bambini di etnia jenisch sottratti alle famiglie e usati per alcuni esperimenti scientifici che avrebbero dovuto annullare - secondo la folle teoria dell'eugenetica - il loro nomadismo intrinseco e trasformarli in 'perfetti cittadini svizzeri'.
Il film ha come protagonisti Federica Rosellini e Josafat Vagni; nel cast anche Elena Cotta nei panni di Gertrud. I due attori interpretano un’infermeria e il suo assistente, Anna e Hans. Due personaggi che abitano un vecchio istituto per anziani e che sembrano legati al luogo in maniera del tutto viscerale.
Dove cadono le ombre racconta il genocidio che dal 1926 al 1986 interessò circa 2000 bambini di etnia jenisch sottratti alle famiglie e usati per alcuni esperimenti scientifici che avrebbero dovuto annullare - secondo la folle teoria dell'eugenetica - il loro nomadismo intrinseco e trasformarli in 'perfetti cittadini svizzeri'.
Il film ha come protagonisti Federica Rosellini e Josafat Vagni; nel cast anche Elena Cotta nei panni di Gertrud. I due attori interpretano un’infermeria e il suo assistente, Anna e Hans. Due personaggi che abitano un vecchio istituto per anziani e che sembrano legati al luogo in maniera del tutto viscerale.
Nella clip che vi presentiamo in anteprima vediamo un assaggio del complicato rapporto tra i due, che cela dietro di sé un segreto inconfessabile.
La storia di Dove cadono le ombre si ispira a un fatto storico. In Svizzera negli anni che vanno dal 1926 al 1986, un’associazione filantropica, la Pro Juventute simile alla nostra Croce Rossa, sottrae 2000 bambini alle famiglie jenisch terza etnia nomade europea dopo i rom e i sinti per estirpare il fenomeno del nomadismo. I bambini vengono rinchiusi in ospedali psichiatrici, orfanotrofi, prigioni. Su di loro vengono condotti esperimenti scientifici e pratiche mediche violente come la sterilizzazione per cancellare la loro identità e trasformarli in “onesti cittadini svizzeri”. Di molti non si avranno più notizie. Un “piccolo genocidio” mai raccontato che è continuato fino ai giorni nostri ed emerso solo grazie all’attività artistica e sociale di Mariella Mehr: sopravvissuta al genocidio e autrice de La trilogia della violenza, presto in arrivo in Italia per Fandango Libri.