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Delude Xavier Dolan, la critica internazionale fa a pezzi La mia vita con John F. Donovan

Il dramma diretto dal giovane regista canadese presentato in anteprima al Festival di Toronto

12.09.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
“Enorme fiasco” – questa è una delle definizioni usate dalla critica internazionale dopo la proiezione del nuovo film di Xavier Dolan, il dramma The Death and Life of John F. Donovan presentato in anteprima mondiale al Festival di Toronto. 
 
Sullo schermo seguiamo una star della TV statunitense (Kit Harington di Game of Thrones nel ruolo che dà il titolo al film) che inizia una corrispondenza con Rupert Turner (l'attore Jacob Tremblay) giovanissimo aspirante attore che vive in Inghilterra con la madre (Natalie Portman). La svolta drammatica arriva quando la corrispondenza viene svelata dai media che sospettano un abuso da parte della star nei confronti del giovane. A quel punto la carriera del protagonista inizia a precipitare. Dieci anni dopo il giovane diventato adulto torna a ricordare il rapporto con il suo idolo del passato nel corso di un'intervista.



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“Enorme fiasco” è l’espressione usata da Benjamin Lee nella sua recensione sul Guardian: “Dolan esplora ancora una volta temi importanti per sé stesso e per il suo lavoro, ma senza curarsi troppo di capire se il pubblico troverà il suo film interessante, coinvolgente o almeno coerente”. Il regista ha assemblato un cast di grandi attrici - da Kathy Bates a Susan Sarandon, da Natalie Portman a Thandie Newton - ma il critico del Guardian continua: “La Newton si diverte, Bates ha un monologo forte, la Portman ha difficoltà con un personaggio che può essere soltanto definito ‘madre’ e il giovane Jacob Tremblay è intrappolato nello stesso ruolo del ragazzino precoce di cui ormai il suo nome è sinonimo”. I titoli di coda scorrono su Bittersweet Symphony dei Verve e Lee cala l’ascia nella sua recensione: “La scena finale è accompagnata da una scelta musicale così ovvia (ecco di nuovo un tratto del regista che sta diventando insopportabile di volta in volta) che alla fine sembra che Dolan stia facendo la parodia di Dolan”. 

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Di “fiasco scioccante” parla anche Eric Kohn su Indiewire: “Il film mostra la confidenza assoluta di Dolan nel modo di raccontare una storia. E’ l’unica spiegazione possibile per questo lavoro corale incomprensibile, un’esplosione di melodramma esagerato e di scenari assurdi che compongono un polpettone composto da idee sviluppate solo a metà”. E a proposito dei numeri musicali il critico scrive: “L’ossessione del regista nel realizzare sequenze con musica pop sparata a tutto volume fa in modo che questo film irrequieto abbia almeno alcuni momenti che distraggono il pubblico dai suoi tantissimi difetti”. 



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Brian Tallerico di Roger Ebert.com sentenzia: “Dolan rimane vittima delle sue tendenze peggiori”. Stephen Dalton dell’Hollywood Reporter individua il problema del film: “Dolan ha sempre diviso la critica ma, qualsiasi siano i suoi limiti, il regista ventinovenne riesce sempre a creare sequenze visivamente potenti con un gusto per fuochi d’artificio emotivi. Entrambi questi elementi vengono a mancare in questo film”.
 
Allan Hunter di Screen International è l’unico che parla di ritorno alla forma del regista: “Il film troverà un pubblico più caloroso rispetto all’ultimo lavoro di Dolan, E’ solo la fine del mondo. (…) The Death and Life of John F. Donovan sembra un ritorno alla forma del regista mentre lo seguiamo esplorare la solitudine e l’isolamento che la celebrità comporta e l’eterna lotta da combattere per rimanere sé stessi”. 

Il film di Xavier Dolan arriverà in Italia con il titolo La mia vita con John F. Donovan, distribuito da Lucky Red