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Danny Ocean strikes back

Dopo la divertita escursione in giro per l'Europa del secondo episodio, Steven Soderbergh torna a Las Vegas ed ambienta "Ocean's 13" dove aveva avuto luogo il primo grande colpo

Ocean's 13

01.06.2007 - Autore: Adriano Ercolani
E' perfettamente inutile fare gli schizzinosi e fingere di non essere contenti che l'allegra banda sia tornata in azione: questa volta si tratta di vendicare il povero Reuben, che dopo essere stato gabbato dal perfido Willie Bank ha avuto un attacco di cuore. Se il maligno è proprietario di un lussuoso casinò, allora la vendetta è servita...
Dopo la divertita – e tutto sommato divertente, se si entrava nel  gioco metacinematografico – escursione in giro per l'Europa del secondo episodio, Steven Soderbergh mette in atto un'operazione decisamente  intelligente: torna a Las Vegas ed ambienta l'intero terzo capitolo dove aveva avuto luogo il primo, che a tutt'ora risulta comunque il migliore della serie.
Uscite di scena le due “first ladies” Julia Roberts e Catherine Zeta-Jones, “Ocean's Thirteen” (id., 2007) acquista due interpreti d'eccezione come una divertentissima Ellen Barkin e sopratutto un Al Pacino tagliente e controllato come non gli accadeva da tempo. La sceneggiatura non bada troppo a fronzoli da commedia umoristica – a parte una scena divertentissima con Pitt e Clooney che si commuovono davanti alla TV – ed organizza un “heist movie” che invece di costruire colpi di scena a sorpresa relegandoli al finale preferisce montare pezzo per pezzo l'unico colpo, fin dalle prime scene. Il montaggio di Stephen Mirrione asseconda con professionalità la suadenza della storia, e Soderbergh ci mette la sua solita eleganza nell'illuminazione delle inquadrature e nella fluidità dei movimenti di macchina da presa. Il resto ce lo mette l'intramontabile fascino degli attori protagonisti: Brad Pitt e George Clooney continuano a lavorare sulla loro immagine di sex-symbolo, adoperando la solita autoironia che non guasta mai. Tutti gli altri si divertono a comparire, e nel caso di Matt Damon a ritagliarsi qualche siparietto piuttosto gustoso.
Certo, non è che questo “Ocean's Thirteen” brilli per originalità: i pregi maggiori della pellicola risiedono nella solidità del racconto e nello charme che la messa in scena riesce sempre e comunque a regalare. Anche se il sapore è quello sempre amarognolo del già visto, la confezione sgargiante e la furbizia di fondo garantiscono però divertimento e presa sul pubblico.
La scena più affascinante del film? Quella maggiormente cinefila, quando per pochi secondi si incrociano sul tavolo da gioco Al Pacino ed Andy Garcia; per un vecchio amante del cinema come chi sta scrivendo rivederli insieme dopo averli amati nel doloroso e sottovalutato “Il Padrino – Parte III” (The Godfather – Part III, 1990) è fonte di grande emozione.   
Anche se non particolarmente innovativo, “Ocean's Thirteen” divertirà assolutamente gli spettatori e garantisce una degna conclusione per le avventure della banda di ladri più simpatica a carismatica che la  recente storia del cinema americano ha incontrato.