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Cinecittà occupata

I lavoratori del celebre complesso di studios italiani si mobilitano per scongiurarne la chiusura

Cinecittà - Cleopatra

05.07.2012 - Autore: Guglielmo Maggioni
"Cinecittà occupata". Queste le due parole che campeggiano su uno striscione rosso e nero appeso da ieri all'ingresso dei mitici studios italiani di via Tuscolana a Roma, fondati nel 1937 e oggi in drammatiche condizioni dopo essere stati negli anni Sessanta il fulcro della Hollywood sul Tevere, quando si producevano film come Vacanze romane, Ben-Hur o Cleopatra e nella Capitale sbarcavano divi come Montgomery Clift, Kirk Douglas, Henry Fonda, Audrey Hepburn, Orson Welles, Shelley Wintersed Elizabeth Taylor.

Di fronte all'ipotesi di dismissione industriale che è sempre più concreta, i lavoratori hanno così deciso di indire uno sciopero di cinque giorni. Tre di loro sono inoltre saliti sul tetto di uno degli edifici dove hanno passato la notte. L'obiettivo è quello di far intervenire il mondo politico (ma anche sensibilizzare l'opinione pubblica) e di salvare non solo Cinecittà e il cinema, ma anche un vero e proprio patrimonio nazionale (emblema di un'eccellenza tutta italica di un tempo ormai lontano), oltre che il futuro di tanti lavoratori. Il piano aziendale prevede infatti di esternalizzare le maestranze storiche per lavorare in un parco giochi sulla Pontina.

Già due anni fa sembrò che Cinecittà potesse diventare una sede di intrattenimento con la costruzione di alberghi, beauty farm e parcheggio. Ma ora si rischia invece il cambio di destinazione d'uso di tutto il sito. Decretando di fatto l'interruzione di ogni attività produttiva (dalla postproduzione alla costruzione di scenografie, passando per il parco macchine) di un vero e proprio bene comune nazionale. E, forse, la fine di un'epoca.