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Ciak si gira in periferia: quali sono i film ambientati nelle banlieue?

Mentre su Netflix arriva Divines, ecco le altre pellicole che raccontano la periferia francese 

Il film L'odio

Il film L'odio

09.11.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Je ne suis pas Paris. Anzi le banlieue, della realtà e quotidianità della metropoli, dei boulevard ordinati e puliti, dei servizi che funzionano, sanno ben poco. I quartieri, più spesso si parla di comuni intorno a Parigi, ma potrebbero essere quelli adiacenti alle città di Rennes, Lille o Rouen, sono luoghi diversi dai centri abitati più estesi, dove spesso il disagio socio-economico è forte così come la sensazione dei suoi abitanti di essere considerati dall’amministrazione locale e nazionale cittadini di serie b. Eppure al cinema le banlieue sono luoghi altamente considerati.



E per la loro peculiarità, in parte marginalità, diventano posti immaginari ideali dove ambientare storie tra le più diverse. L’ultima in ordine di tempo è quella del film Divines, in arrivo su Netflix il prossimo 18 novembre, presentato al 69esimo Festival di Cannes e diretto dalla regista Uda Benyamina. Il film è ambientato interamente in una banlieue e racconta la storia di amicizia tra due donne che tentano di scappare dalla realtà degradata del luogo dove sono nate. Tuttavia la scelta di raccontare la banlieue e i personaggi che la abitano non è solo quella portata avanti dal cinema recente. Dai lavori negli anni ’90 di Mathieu Kassovitz a Abdellatif Kechiche, ecco come il cinema ha raccontato negli anni la periferia francese. 
 
L’odio di Mathieu Kassovitz (1995). Film in bianco e nero del 1995 scritto e diretto da Mathieu Kassovitz, vincitore del premio per la miglior regia al 48º Festival di Cannes che racconta la brutalità della polizia e la rabbia di tre ragazzi che in maniera diversa e per motivi differenti covano un odio profondo verso ogni forma di establishment. Il film prende spunto dal fatto reale dell'uccisione di un ragazzo delle banlieue parigine da parte della polizia francese. Celebre fu l’interpretazione di uno dei protagonisti del film, l’attore Vincent Cassel, che qui appare magro, con la testa rasata e molto arrabbiato. 
 
La schivata di Abdel Kechiche (2003). Il film del regista franco-tunisino è ambientato nella periferia francese e girato nel quartiere di Franc-Moisin a Saint-Denis, mai però nominato esplicitamente nel film. Racconta l’amore tra Lydia e Krimò, giovane introverso di origine maghrebina. Sullo sfondo la realtà della periferia e la lezione, appresa dai protagonisti attraverso la partecipazione ad uno spettacolo teatrale, che non si possa troppo sfuggire al destino dettato dal proprio ceto sociale di provenienza. 
 
Banlieue 13 di Pierre Morel (2004). Film d’azione prodotto da Luc Besson. La storia si svolge nell’immaginaria Banlieue 13, una periferia separata dalla città di Parigi da un vero e proprio muro fisico dove le vicende di alcuni piccoli criminali danno vita a una sanguinosa lotta di potere per avere la meglio l’uno sull’altro. Gli agglomerati urbani tipici del paesaggio della periferia sono messi in evidenza tramite le molte scene d’azione che utilizzano il parkour; la disciplina di arrampicamento sui tetti dei palazzi diventata negli anni un vero e proprio sport estremo. Al film del 2004 è seguito il sequel Banlieue 13 Ultimatum

 
Una volta nella vita di Marie-Castille Mention-Schaar (2016). In questo film il tema del microcosmo delle banlieue si associa a quello dell’integrazione multietnica. Ispirato a una storia vera, racconta la quotidianità del Liceo Le?on Blum di Créteil, città nella banlieue sud-est di Parigi tra diversità culturali e sociali. Una professoressa, Anne Gueguen (Ariane Ascaride), farà incontrare gli studenti con la memoria della Shoah, cambiando per sempre i destini di tutti.