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Chicago

Amori, crimini, omicidi e il desiderio assoluto di essere famosi. Chicago, il musical candidato a 13 premi Oscar, è tutto questo ed è semplicemente geniale.

Chicago

12.04.2007 - Autore: Terry Marocco
Amori, crimini, omicidi e il desiderio assoluto di essere famosi. Chicago, il musical candidato a 13 premi Oscar, è tutto questo ed è semplicemente geniale. D’altronde un’opera prima così abbondantemente candidata alle statuette non s’era mai vista.   Dal 1926, quando venne prodotto per la prima volta, al film del ‘42 con protagonista Ginger Rogers, fino al musical di Bob Fosse che debuttò a Broadway nel \'75, Chicago non ha mai perso il suo smalto. Forse perché è sempre la stessa storia: per 15 minuti di fama si è disposti a tutto, anche ad uccidere. E poi, con un bravo avvocato e sulle ali della stampa, è facile diventare una star ( O.J Simpson docet). Morale 1: tirano più due assassine on stage che una carretta di buone intenzioni. Morale 2: sono le donne il vero motore del mondo e gli uomini possono essere utili solo se avvocati o giornalisti.   Roxie Hart (Renée Zellweger, nella sua forma migliore) è una ragazza carina, forse ha le gambe un po’ secche, ma vuole proprio sfondare nello spettacolo E’ sposata con Amos (John C. Reilly) un uomo buono e insignificante, ma preferisce farsela con un commerciante di mobili che in cambio le ha promesso le luci della ribalta. Quando capisce che non sarà mai così, Roxie lo uccide e finisce in prigione accanto a Velma Kelly (Catherina Zeta-Jones) vedette dello spettacolo e assassina per gelosia. Roxie assume come legale il famoso, avido e scaltro Billy Flynn (Richard Gere, in eleganti doppiopetto e Borsalino). Grazie al suo look da santerellina diventa la beniamina dei mass media. A fianco del suo difensore e della nemica-amica Velma ascende tra colpi bassi, manipolazioni della stampa e dei giudici all’agognata ribalta.   Divertente, sexy, ironico, con una sceneggiatura bellissima e una colonna sonora già ai primi posti in classifica in America, Chicago, opera prima di Rob Marshall, è veramente un piccolo capolavoro. Il film passa dalla squallida realtà di Roxie, il carcere, la Chicago degli omicidi, ai sogni di spettacolo, ogni personaggio si trasfigura e va in scena. Bravissima Queen Latifah, la capa guardiana del carcere, avvolta in un abito d’oro, che la fa sembrare un cioccolatino oversize. Commovente il Mister Cellophane di John Reilly. Realistica la giornalista-vampiro Mary Sunshine (Christine Baranski), anche lei vittima della notorietà ad ogni costo.   Chicago farà tendenza anche nella moda. Calze nere con la riga, giarrettiere, corsetti con i lustrini anni Trenta, scarpe argentate , unghie rosse e vestaglie di seta.   Catherine Zeta-Jones ha un caschetto da Valentina di Crepax, lo sguardo magnetico, ma decisamente qualche chilo di troppo (un paio di inquadrature impietose mostrano cellulite e rotolini, ma piace anche così). Renée Zellweger è la bambolina anni Trenta dagli occhi dolci, che si trasforma in languida bambolona. Richard Gere poi è fenomenale, in un pezzo di tip-tap da panico (come ha ammesso lui stesso), e in uno strip-tease dove però il gran finale viene celato da molte piume di struzzo. L’unica delusione del film.