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Che - Guerriglia. La nostra recensione

L'attesa per questo secondo episodio viene clamorosamente disattesa da Soderbergh, che evita qualsiasi tentativo di rappresentazione delle idee e dello spirito che muove il protagonista.

Che - Guerriglia

27.04.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Nell’analizzare il primo capitolo cinematografico dedicato da Soderbergh alla figura di Ernesto Che Guevara, avevamo in qualche modo sottolineato come questo funzionasse soprattutto come prologo per la seconda parte, quella in cui si raccontava il periodo della vita del rivoluzionario dopo l’abbandono di Cuba e lo sbarco in Bolivia con l’idea di iniziare un movimento armato di rivolta che si sarebbe propagato fino a liberare tutta l’America del Sud dai regimi totalitari.



L’attesa per questo tipo di racconto viene clamorosamente disattesa da Soderbergh, che dopo la presentazione di una lettera in cui Guevara mette Castro a conoscenza della sua decisione, evita qualsiasi tentativo di rappresentazione delle idee e dello spirito che muove il protagonista e lo getta immediatamente nella giungla boliviana, costruendo una pellicola che per più di due ore rimane solamente un susseguirsi di scene di fuga, accampamento, scaramucce violente con l’esercito, fino alla cattura ed alla successiva esecuzione di Guevara.



Una volta preso atto che la scelta narrativa di Soderbergh è questa,non resta che subire un lungometraggio senza ritmo, pesantissimo da seguire, che ripropone in maniera estenuante dialoghi, situazioni e atteggiamenti in nome di un verismo della messa in scena che però appunto si rivela quasi insostenibile. L’autore poi conferma, nelle sue opere più pensate, di possedere una certa freddezza nel tocco cinematografico, cosa che non aiuta di certo in questo lavoro nell’entrare in empatia con quanto accade. Anche a livello puramente estetico dall’utilizzo della digitale RED vengono ottenuti risultati molto meno soddisfacenti rispetto a “Che – l’Argentino”, che almeno possedeva una fattura visivamente molto accurata.



Insomma, proprio quando ci si aspettava un film che raccontasse con partecipazione ed orgoglio una delle figure storiche più importanti della contemporaneità, Steven Soderbergh ha evitato qualsiasi tipo di drammatizzazione e di narrazione di Ernesto Che Guevara per lasciare spazio ad una lunga, interminabile rappresentazione del lento, progressivo naufragio della sua idea utopica di rivoluzione. Se anche questa scelta può essere vista come coraggiosa, dal punto di vista meramente cinematografico si rivela totalmente deludente, ed allontana lo spettatore dalla volontà di conoscere un personaggio che invece andrebbe studiato, capito ed amato anche dalle generazioni più giovani.



Se in altri contesti abbiamo concesso a Soderbergh il beneficio del dubbio riguardo il suo cinema più “intellettualoide”, stavolta non possiamo che condannare l’aridità della sua visione.

"Che - Guerrilla" è distribuito in tutti i cinema dalla Bim Distribuzione.

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Leggete la nostra recensione della prima parte

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