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Changeling

"Changeling" è al momento il più bel film di questa nuova stagione cinematografica, e meriterebbe di diritto di essere tra i favoriti per i prossimi Oscar.

Changeling

10.11.2008 - Autore: Adriano Ercolani
Si può cambiare genere cinematografico, si può cambiare ambientazione storica, si può cambiare tono del racconto, ma quando ormai si posseggono la grandezza classica del cinema ed una padronanza così radicate, il risultato sarà sempre di altissimo livello. E’ quello che ormai è definitivamente accaduto a Clint Eastwood, che dopo la dolorosa ed intimista visione della battaglia di Iwo Jima di “Lettere da Iwo Jima” (Letters From Iwo Jima, 2006) sceglie un’altra scommessa dirigendo un film in costume, ambientato nella Los Angeles del 1928, quindi alle porte della Grande Depressione. La storia (vera) è quella di Christine Collins (Angelina Jolie) a cui viene rapito il figlio, e quando le viene restituito dalla polizia di Los Angeles la donna si accorge immediatamente che il bambino non è il suo.

Da questo soggetto di partenza Clint Eastwood tira fuori un melodramma dalla fattura prima estetica e poi emotiva ineccepibili, dirigendo la storia con una fluidità ed una sicurezza nel suo modo di intendere il cinema ancora una volta straordinarie. L’intensità della regia è data come sempre dal lavoro pacato sull’immagine, sulla sua pregnanza cromatica, che raccontano molto più della parole le vite interiori dei personaggi in scena. In questo modo Angelina Jolie viene diretta con una maestria che non aveva mai trovato in precedenza, e riesce a regalarci una prova d’attrice finalmente in linea con il glamour ed il successo che la circonda.

Molto del merito della riuscita di questo film intensissimo va anche doverosamente attribuita alla sceneggiatura di  Michael Straczynski, che riesce nel difficilissimo compito di cambiare più volte il tema principale della storia senza allontanare lo spettatore dall’interesse per quello che sta vedendo: un piccolo miracolo di scrittura cinematografica a nostro avviso, che aiuta non poco Eastwood a mettere moltissima carne al fuoco in questo film evidentemente più personale di quanto ci si potesse aspettare, e non sprecare nessuna delle sotto-trame che racconta e che man mano escono in superficie.

Changeling” è un film di rarissima potenza espressiva, che ha il pregio di essere così coinvolgente da far dimenticare quasi subito che si tratta di un film in costume e distogliere quindi l’attenzione dalla storia verso la ricostruzione d’epoca.

Cosa possiamo aggiungere di altro su Clint Eastwood di quando non abbiamo già scritto negli anni passati?
Forse che questa volta ci ha davvero sorpreso, perché con “Changeling” ci attendevamo un lavoro più asettico e dedicato alla messa in scena, ed invece ha realizzato un lungometraggio che possiamo mettere senz’ombra di dubbio tra quattro, cinque suoi migliori.    

Eastwood è l’espressione più compiuta di un modo di fare cinema che ormai è difficile da trovare, che cerca nella fluidità del racconto e nella semplicità dell’immagine la res artistica del lavoro. Il miglior modo di fare cinema, a nostro avviso. Partendo da questo, “Changeling” è al momento il più bel film di questa nuova stagione cinematografica, e meriterebbe di diritto di essere tra i favoriti per i prossimi Oscar.