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Cannes 2016: Nicolas Winding Refn e Mario Bava per Terrore nello spazio

Il cult del regista ligure, restaurato in 4K dalla Cineteca Nazionale, è il protagonista dell'evento Cinema Classics

17.05.2016 - Autore: La redazione
Non solo Jarmush o The Nice Guys al Festival di Cannes che vi stiamo raccontando, dopo lo splendido Gigante Gentile di Spielberg e le Thelma e Louise della Pazza Gioia di Virzi, oggi è il turno di un altro grande italiano: Mario Bava, protagonista della proiezione speciale della copia restaurata di Terrore nello spazio.

Grazie al recupero della pellicola realizzato da CSC Cineteca Nazionale, il film potrà essere presentato al pubblico nell’ambito di Cannes Classics e in anteprima. Alla serata sulla Croisette partecipano il regista Nicolas Winding Refn (da sempre fan del regista e del suo cult, che già accompagnò al Festival di Torino) e il produttore - e Presidente di Italian International Film - Fulvio Lucisano, che aveva messo a disposizione i negativi scena e colonna dai quali si è partiti per il restauro in 4k, con ritorno su pellicola 35mm, di Terrore nello spazio. Il particolare tono fotografico è stato restituito con la supervisione del regista e sceneggiatore Lamberto Bava, mentre le lavorazioni sono state eseguite presso il Laboratorio Fotocinema di Roma



Scomparso nel 1980, Mario Bava continua ad avere estimatori tra i cinéphiles di tutto il mondo, da lui ispirati. Come Tarantino ("Dietro ogni mia inquadratura c’è il genio di Mario Bava"), Martin Scorsese, Tim Burton, John Landis, Joe Dante. Anche per questo, il film del 1965 rappresenta una pietra miliare nel cinema di genere in cui la creatività del maestro sanremese, coadiuvato dalla mano ispirata di due sceneggiatori d’eccezione quali lo scrittore Alberto Bevilacqua ed il critico Callisto Cosulich, raggiunge il suo vertice preannunciando il cinema di fantascienza a venire, Alien di Ridley Scott tra i più celebrati.

Terrore nello spazio narra le vicende di entità aliene che possiedono i corpi di alcuni astronauti dove Bava inserisce in ambito fantascientifico il proprio talento gotico, dando sfogo alla sua vena pop nell’uso dei colori, dei costumi e delle scenografie: come scrisse all’epoca Ugo Casiraghi: "Il suo stile potrebbe definirsi un rococo violaceo, nel quale gocce di sangue rosso colano nei momenti cruciali".