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Before the Flood: a Toronto il nuovo documentario sul clima di Leonardo DiCaprio

La star si mette in gioco in prima persona nel film di Fisher Stevens, un viaggio alla scoperta degli effetti del cambiamento climatico

Before the Flood

12.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Leonardo DiCaprio cerca ancora una volta di attirare l'attenzione sui cambiamenti del clima, dopo aver prodotto The 11th Hour nel 2007. Stavolta lo fa mettendosi in prima persona davanti alla macchina da presa in Before the Flood, in cui viaggia da un capo all'altro del mondo – dall'Antartide all'Indonesia – inquadrato dalla macchina da presa del regista Fisher Stevens, per provare sulla sua pelle gli effetti del cambiamento climatico. Nel corso del film, si trova persino a parlare con testimoni d'eccezione come John Kerry, Barack Obama e Papa Francesco. “Volevo approcciare il tema da cittadino, rendendo le cose più comprensibili al pubblico generico”, ha spiegato DiCaprio alla conferenza stampa tenuta al Toronto Film Festival dopo la presentazione del film.

Film che è stato abbastanza apprezzato dalla stampa, che ha rilevato una certa superficialità generale, ma anche un'innegabile efficacia dovuta proprio alla presenza di una star così popolare. “Il film di Fisher Stevens è decisamente migliore di The 11th Hour – scrive John DeFore di The Hollywood Reporter – Gli autori usano in maniera intelligente la loro più grande risorsa: non solo mantengono la loro star sullo schermo, ma lavorano duramente per legare le preoccupazioni degli spettatori alla sua biografia”. “Il film non scava mai a fondo”, ma “forse le star del cinema possono influenzare l'opinione pubblica molto più di documentari attivisti pieni di dati”.

Per Steve Pond di The Wrap, il film è “un'indagine trasparente ed elegante”. “Non ci sono grandi rivelazioni”, ma “la presenza di DiCaprio lo rende il documentario sull'ambiente più importante dai tempi di Una scomoda verità di Davis Guggenheim e Al Gore”, vincitore dell'Oscar nel 2007. “Before the Flood non è coinvolgente, arrabbiato o provocatorio come un documentario di Michael Moore”, scrive Allan Hunter di Screen Daily, e “potrebbe anche essere considerato un po' arido qui e là”. Ma è comunque “un contributo conciso al dibattito sul cambiamento climatico e la presenza di DiCaprio dovrebbe assicurare che un vasto pubblico venga rapito dal messaggio”.

Il film sarà distribuito a New York e Los Angeles in ottobre, e trasmesso poco più avanti dal National Geographic Channel. L'uscita non è casuale, ed è stata pensata per influenzare i voti nella campagna presidenziale, dato che Donald Trump ha liquidato il cambiamento del clima come “una bufala cinese”. “Non possiamo permetterci di avere leader che non credono nella scientificità dei cambiamenti climatici – ha commentato DiCaprio – Questo deve essere al centro di ogni conversazione sulla politica mondiale”.
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